Per quasi un ventennio, il vantaggio competitivo offerto dalla concentrazione spaziale ha spinto le industrie culturali e creative a colonizzare i quartieri storici, i brownfield metropolitani dando vita a quartieri o vicinati culturali secondo il modello britannico, rispetto al quale accademici e policy-maker si sono però posti in modo critico sviluppando anche approcci alternativi, come quello culturo-centrico in ambito mediterraneo incentrato sull'inclusione sociale e la qualità ambientale. Dal 2000 a oggi l'affermarsi dei Paesi Emergenti, la turbolenza dei mercati finanziari e la diffusione dell'ICT hanno modificato sostanzialmente il campo operativo delle imprese culturali e creative che, sempre più spesso, allacciano relazioni di lungo o corto raggio facendo ricorso alle comunicazioni a distanza, a forme contrattuali flessibili, a sedi temporanee. I documenti e programmi di alto profilo degli organismi internazionali a supporto delle industrie culturali e creative si traducono alla scala locale con l'inserimento di nuove funzioni nel paesaggio urbano: incubatori d’imprenditorialità creativa, centri di R&S per il tessuto produttivo locale, spazi di relazione e confronto per i cittadini, residenze per artisti e creativi, spazi commerciali dedicati ai prodotti certificati dell’artigianato e dell’industria del gusto. Il contributo indaga sul processo di adattamento delle policy internazionali alla scala urbana interrogandosi su come i nuovi usi e i grandi eventi collegati alle industrie culturali e creative stiano influenzando e/o modificando il paesaggio urbano italiano. A tal fine lo studio prende come riferimento il programma Capitali Italiane della Cultura, istituito nel 2015 e poi rinnovato di anno in anno con criteri, regole e strumenti d’intervento in evoluzione dinamica. Il contributo affronta questi aspetti attraverso il caso studio di Cagliari avanzando alcune proposte per la programmazione e pianificazione urbana.

La creatività alla scala regionale ed urbana: l‘impatto delle politiche pubbliche per il settore culturale e creativo nella trasformazione e riuso del paesaggio urbano in Italia

Colavitti A. M.;Usai A.
2019-01-01

Abstract

Per quasi un ventennio, il vantaggio competitivo offerto dalla concentrazione spaziale ha spinto le industrie culturali e creative a colonizzare i quartieri storici, i brownfield metropolitani dando vita a quartieri o vicinati culturali secondo il modello britannico, rispetto al quale accademici e policy-maker si sono però posti in modo critico sviluppando anche approcci alternativi, come quello culturo-centrico in ambito mediterraneo incentrato sull'inclusione sociale e la qualità ambientale. Dal 2000 a oggi l'affermarsi dei Paesi Emergenti, la turbolenza dei mercati finanziari e la diffusione dell'ICT hanno modificato sostanzialmente il campo operativo delle imprese culturali e creative che, sempre più spesso, allacciano relazioni di lungo o corto raggio facendo ricorso alle comunicazioni a distanza, a forme contrattuali flessibili, a sedi temporanee. I documenti e programmi di alto profilo degli organismi internazionali a supporto delle industrie culturali e creative si traducono alla scala locale con l'inserimento di nuove funzioni nel paesaggio urbano: incubatori d’imprenditorialità creativa, centri di R&S per il tessuto produttivo locale, spazi di relazione e confronto per i cittadini, residenze per artisti e creativi, spazi commerciali dedicati ai prodotti certificati dell’artigianato e dell’industria del gusto. Il contributo indaga sul processo di adattamento delle policy internazionali alla scala urbana interrogandosi su come i nuovi usi e i grandi eventi collegati alle industrie culturali e creative stiano influenzando e/o modificando il paesaggio urbano italiano. A tal fine lo studio prende come riferimento il programma Capitali Italiane della Cultura, istituito nel 2015 e poi rinnovato di anno in anno con criteri, regole e strumenti d’intervento in evoluzione dinamica. Il contributo affronta questi aspetti attraverso il caso studio di Cagliari avanzando alcune proposte per la programmazione e pianificazione urbana.
2019
978-88-99237-17-2
industrie culturali e creative; spazi creativi; riqualificazione urbana
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