The acquisition of Italian as a variable language, promoted by theoretical studies for some time now and reiterated in the latest Indicazioni and Linee Guida, struggles to establish itself in the actual school practice. Therefore, it seems necessary to develop new models in order to encourage a linguistic competence based on the concept of variation and to provide teachers with methods, theoretical backgrounds, contents as well as concrete educational proposals. This paper has the purpose of illustrating the potentialities of nonliterary texts in schools and proposing some operating paths, on the basis of experiments tested also through personal experiences. The productions from below, that have been recently subject of theoretical thoughts at the historical and socio-linguistic level, have several advantages both methodological and for the content they carry and for contexts that they evoke and that open up the possibility of cross-disciplinary courses. They are here presented and discussed some cases actually experienced that allow to focus on the elements of strength and the real impact of such texts on teaching Italian.

L’acquisizione dell’italiano come “lingua variabile”, promossa ormai da tempo dagli studi teorici e ribadita anche nelle ultime Indicazioni e Linee Guida, stenta ad affermarsi nella concreta pratica scolastica. Appare perciò necessario mettere a punto nuovi modelli per promuovere una competenza linguistica fondata sul concetto di variazione e fornire ai docenti metodi, sfondi teorici, contenuti ed anche proposte didattiche concrete. Il presente intervento intende illustrare le potenzialità in sede didattica di testi non letterari e proporre, sulla base di esperimenti testati anche attraverso esperienze personali, alcuni percorsi operativi. Le produzioni dal basso, oggetto negli ultimi tempi di ripensamenti teorici sul piano storico- e socio-linguistico, presentano diversi vantaggi sia di ordine metodologico sia per i contenuti che veicolano e per i contesti che evocano e che le aprono alla possibilità di percorsi disciplinari trasversali. Sono qui presentati e discussi alcuni casi concretamente sperimentati che consentono di mettere a fuoco gli elementi di forza e le ricadute reali di tali testi nella didattica dell’italiano.

Insegnare la variazione: “cattivi” modelli nella didattica dell’italiano

Rita Fresu
2021-01-01

Abstract

The acquisition of Italian as a variable language, promoted by theoretical studies for some time now and reiterated in the latest Indicazioni and Linee Guida, struggles to establish itself in the actual school practice. Therefore, it seems necessary to develop new models in order to encourage a linguistic competence based on the concept of variation and to provide teachers with methods, theoretical backgrounds, contents as well as concrete educational proposals. This paper has the purpose of illustrating the potentialities of nonliterary texts in schools and proposing some operating paths, on the basis of experiments tested also through personal experiences. The productions from below, that have been recently subject of theoretical thoughts at the historical and socio-linguistic level, have several advantages both methodological and for the content they carry and for contexts that they evoke and that open up the possibility of cross-disciplinary courses. They are here presented and discussed some cases actually experienced that allow to focus on the elements of strength and the real impact of such texts on teaching Italian.
2021
9783631757826
9783631832486
9783631832493
9783631832509
L’acquisizione dell’italiano come “lingua variabile”, promossa ormai da tempo dagli studi teorici e ribadita anche nelle ultime Indicazioni e Linee Guida, stenta ad affermarsi nella concreta pratica scolastica. Appare perciò necessario mettere a punto nuovi modelli per promuovere una competenza linguistica fondata sul concetto di variazione e fornire ai docenti metodi, sfondi teorici, contenuti ed anche proposte didattiche concrete. Il presente intervento intende illustrare le potenzialità in sede didattica di testi non letterari e proporre, sulla base di esperimenti testati anche attraverso esperienze personali, alcuni percorsi operativi. Le produzioni dal basso, oggetto negli ultimi tempi di ripensamenti teorici sul piano storico- e socio-linguistico, presentano diversi vantaggi sia di ordine metodologico sia per i contenuti che veicolano e per i contesti che evocano e che le aprono alla possibilità di percorsi disciplinari trasversali. Sono qui presentati e discussi alcuni casi concretamente sperimentati che consentono di mettere a fuoco gli elementi di forza e le ricadute reali di tali testi nella didattica dell’italiano.
Teaching language; Variable Language; Italian language; Mon-literary texts
Linguistica italiana; Storia della lingua italiana; Sociolinguistica; Didattica dell'italiano; Glottodidattica; Variazione linguistica; Italiano popolare; Italiano dei semicolti; Testi non letterari
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