Le plastiche sono divenuti contaminanti ubiquitari negli ecosistemi marini, d’acqua dolce e terrestri che producono rilevanti impatti sulle specie che in essi vivono. Dal 1950 ad oggi sono stati accumulati nell’ambiente circa 5 miliardi di tonnellate di plastica (Geyer et al., 2017). I meccanismi di interazione tra microplastiche e biosfera nonché gli effetti biochimici delle molecole sintetiche, specialmente sugli organismi eucariotici unicellulari marini, sono scarsamente studiati. In particolare, i foraminiferi bentonici costituiscono una componente fondamentale delle comunità marine e svolgono un ruolo chiave nel funzionamento dell’ecosistema e nei cicli biogeochimici. La loro sensibilità e la rapida risposta allo stress ambientale li rendono efficienti indicatori dei cambiamenti climatici e ambientali attuali e del passato (Schönfeld et al., 2012).Per comprendere meglio l’effetto delle plastiche negli oceani e negli organismi marini, abbiamo valutato l’incorporazione di (bio)polimeri e microplastiche in foraminiferi bentonici utilizzando tecniche di spettromicroscopia ad infrarossi in trasformata di Fourier (μFTIR). In questo studio, abbiamo raccolto ed analizzato spettri ed immagini μFTIR dauna selezione di specie di foraminiferi bentonici: Rosalina globularis cresciuta in colture inquinate con la plastica e Cibicidoides lobatulus, Rosalina bradyi e Textularia bocki raccolti su un frammento di plastica trovato sepolto in un sedimento del fondale del Mar Mediterraneo. In particolare, i foraminiferi provenienti dalle colture sono stati intossicati con molecola di di-2-etilesilftalato (DEHP) allo scopo di valutarne l’incorporazione nel citoplasma. Questo studio ha permesso di documentare: (1) la presenza di microplastiche nel citoplasma e nel guscio agglutinante di T. bocki; (2) segnali di stress ossidativo e di aggregazione proteica nella componente cellulare di C. lobatulus, R. bradyi e T. bocki, ancorati alla busta di plastica; (3) l’incorporazione del DEHP nel citoplasma di R. globularis. Questo studio ha confermato il ruolo chiave svolto dai foraminiferi bentonici come proxy per la valutazione degli effetti dell’inquinamento da microplastiche sia a livello cellulare che di biomineralizzazione confermando l’ingresso delle microplastiche e DEHP nei cicli biogeochimici. Questa indagine ha inoltre dimostrato che la microscopia FTIR è uno strumento efficace per studiare, senza l’utilizzo di marcatori specifici, l’interazione su scala molecolare tra plastica, citoplasma e guscio dei foraminiferi.
Effetti dell’inquinamento da plastiche sui foraminiferi bentonici
Buosi C.
;De Giudici G.;Medas D.;Meneghini C.;
2021-01-01
Abstract
Le plastiche sono divenuti contaminanti ubiquitari negli ecosistemi marini, d’acqua dolce e terrestri che producono rilevanti impatti sulle specie che in essi vivono. Dal 1950 ad oggi sono stati accumulati nell’ambiente circa 5 miliardi di tonnellate di plastica (Geyer et al., 2017). I meccanismi di interazione tra microplastiche e biosfera nonché gli effetti biochimici delle molecole sintetiche, specialmente sugli organismi eucariotici unicellulari marini, sono scarsamente studiati. In particolare, i foraminiferi bentonici costituiscono una componente fondamentale delle comunità marine e svolgono un ruolo chiave nel funzionamento dell’ecosistema e nei cicli biogeochimici. La loro sensibilità e la rapida risposta allo stress ambientale li rendono efficienti indicatori dei cambiamenti climatici e ambientali attuali e del passato (Schönfeld et al., 2012).Per comprendere meglio l’effetto delle plastiche negli oceani e negli organismi marini, abbiamo valutato l’incorporazione di (bio)polimeri e microplastiche in foraminiferi bentonici utilizzando tecniche di spettromicroscopia ad infrarossi in trasformata di Fourier (μFTIR). In questo studio, abbiamo raccolto ed analizzato spettri ed immagini μFTIR dauna selezione di specie di foraminiferi bentonici: Rosalina globularis cresciuta in colture inquinate con la plastica e Cibicidoides lobatulus, Rosalina bradyi e Textularia bocki raccolti su un frammento di plastica trovato sepolto in un sedimento del fondale del Mar Mediterraneo. In particolare, i foraminiferi provenienti dalle colture sono stati intossicati con molecola di di-2-etilesilftalato (DEHP) allo scopo di valutarne l’incorporazione nel citoplasma. Questo studio ha permesso di documentare: (1) la presenza di microplastiche nel citoplasma e nel guscio agglutinante di T. bocki; (2) segnali di stress ossidativo e di aggregazione proteica nella componente cellulare di C. lobatulus, R. bradyi e T. bocki, ancorati alla busta di plastica; (3) l’incorporazione del DEHP nel citoplasma di R. globularis. Questo studio ha confermato il ruolo chiave svolto dai foraminiferi bentonici come proxy per la valutazione degli effetti dell’inquinamento da microplastiche sia a livello cellulare che di biomineralizzazione confermando l’ingresso delle microplastiche e DEHP nei cicli biogeochimici. Questa indagine ha inoltre dimostrato che la microscopia FTIR è uno strumento efficace per studiare, senza l’utilizzo di marcatori specifici, l’interazione su scala molecolare tra plastica, citoplasma e guscio dei foraminiferi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.