In Disgrace la descrizione del paesaggio, inteso non solo come ambiente naturale ma insieme di scorci urbani e interni, costituisce un tema centrale del romanzo. La tecnica narrativa che Coetzee utilizza svincola l’autore da un giudizio sui fatti narrati, costringendo invece il lettore a confrontarsi letteralmente con l’ambiguità del testo. I brevi accenni alle periferie sudafricane e le distese del bush rientrano in una visione estetica e politica insieme, dell’autore. Il paesaggio segnala in tal mondo il limite ontologico della parola, rendendo così la scrittura di Coetzee affine alle teorie di Blanchot e Levinas.
Coetzee e i paesaggi (romantici) dell'antiutopia: Disgrace
PALA, MAURO
2009-01-01
Abstract
In Disgrace la descrizione del paesaggio, inteso non solo come ambiente naturale ma insieme di scorci urbani e interni, costituisce un tema centrale del romanzo. La tecnica narrativa che Coetzee utilizza svincola l’autore da un giudizio sui fatti narrati, costringendo invece il lettore a confrontarsi letteralmente con l’ambiguità del testo. I brevi accenni alle periferie sudafricane e le distese del bush rientrano in una visione estetica e politica insieme, dell’autore. Il paesaggio segnala in tal mondo il limite ontologico della parola, rendendo così la scrittura di Coetzee affine alle teorie di Blanchot e Levinas.File in questo prodotto:
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