Il sacred harp singing è una pratica di canto multipart a cappella attualmente eseguita da alcune migliaia di persone in tutto il mondo, principalmente in area anglosassone (Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Irlanda) e in alcune zone dell'Europa settentrionale ( Francia, Germania e Polonia). Prende il nome da un tunebook in notazione four shape intitolato The Sacred Harp, compilato dal maestro di canto Benjamin Franklin White e pubblicato nel 1844. Il libro è stato ristampato a più riprese fino all'edizione corrente del 1991, utilizzata dalla maggior parte delle comunità e contenente oltre 550 canti a quattro parti. In generale, il repertorio scritto conserva, da un lato, i tratti peculiari della “First New England School of Composers”, dall'altro, la struttura dei camp meeting song. Sono inoltre presenti numerose armonizzazioni di psalm tune, di folk song e ballad europee. I tratti musicali che caratterizzano questa pratica esecutiva si sono sviluppati sulla scia della tradizione degli “Yankee Tunesmiths” e presentano aspetti tecnici e normativi peculiari, sintetizzati con l'espressione dispersed harmony, in opposizione alla close harmony che, al contrario, contraddistingue l'armonia “classica”. La pratica vocale è detta fasola singing ed è il risultato di una peculiare interazione fra codici e comportamenti musicali specifici, variamente formalizzati e trasmessi oralmente. Moltissimi sono gli arrangiamenti di melodie tradizionali di origine secolare e sacra, persistenti nello scenario esecutivo attuale. A partire dalla fine degli anni '90 si è verificata una riproposta del sacred harp singing in Europa; attualmente molte comunità laiche locali stanno sperimentando lo studio e la pratica collettiva del sacred harp attraverso la partecipazione diretta a singing di varia natura. I protagonisti di questi scenari esecutivi si incontrano settimanalmente in regular singing di carattere livello locale, e annualmente, in All-Day Singing e annual convention di carattere transnazionale, durante i quali i vari partecipanti ‒ provenienti da comunità attive perlopiù fra Stati Uniti ed Europa ‒ fanno esperienza della propria dimensione spirituale attraverso la pratica musicale collettiva. La mia ricerca si è basata sullo studio delle competenze musicali e delle varie strategie di trasmissione fra i partecipanti a livello locale e transnazionale, come pure su aspetti legati al repertorio tradizionale di The Sacred Harp (1991) e altri tunebook di questo tipo. Dall'inizio dell'isolamento globale fino a oggi, l'impossibilità di cantare dal vivo ha stimolato le varie comunità del Sacred Harp a tentare ogni possibile approccio per garantire la continuità della tradizione, sviluppando una serie di strategie dai quarantine- ai virtual singing. Per quanto riguarda questo studio, la partecipazione diretta a ciascuna delle attività, sia in presenza, sia online, mi ha consentito di analizzare i processi culturali che definiscono il movimento a un livello globale. Subito dopo la ricerca sul campo, svolta tra il 2019 e il 2020, e in seguito alla diffusione della pandemia, ho preso parte a numerose riunioni virtuali che mi hanno spinta a dover sintetizzare, mettendoli a confronto, gli esiti della ricerca sul campo con quelli derivanti da una indagine etnografica ibrida, adattando la metodologia di ricerca a situazioni nuove e imprevedibili. Sebbene molti degli elementi fondamentali del paesaggio sonoro e della prossemica del sacred harp singing siano di fatto cambiati drasticamente ‒ a causa dell'impossibilità di ritrovarsi a cantare insieme ‒ le aspettative di moltissimi protagonisti della scena europea e statunitense sono andate (e in una certa misura continuano ad andare) verso la “rappresentazione” di tali ambienti sonori, attraverso l'utilizzo di vari dispositivi utili a emulare o a ricreare un singing.
“EVERYBODY IS WELCOME”. Un'analisi etnomusicologica del sacred harp singing e un percorso storico nel movimento del Sacred Harp in pratiche locali e scenari transnazionali
DATTILO, DELIA
2022-02-18
Abstract
Il sacred harp singing è una pratica di canto multipart a cappella attualmente eseguita da alcune migliaia di persone in tutto il mondo, principalmente in area anglosassone (Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Irlanda) e in alcune zone dell'Europa settentrionale ( Francia, Germania e Polonia). Prende il nome da un tunebook in notazione four shape intitolato The Sacred Harp, compilato dal maestro di canto Benjamin Franklin White e pubblicato nel 1844. Il libro è stato ristampato a più riprese fino all'edizione corrente del 1991, utilizzata dalla maggior parte delle comunità e contenente oltre 550 canti a quattro parti. In generale, il repertorio scritto conserva, da un lato, i tratti peculiari della “First New England School of Composers”, dall'altro, la struttura dei camp meeting song. Sono inoltre presenti numerose armonizzazioni di psalm tune, di folk song e ballad europee. I tratti musicali che caratterizzano questa pratica esecutiva si sono sviluppati sulla scia della tradizione degli “Yankee Tunesmiths” e presentano aspetti tecnici e normativi peculiari, sintetizzati con l'espressione dispersed harmony, in opposizione alla close harmony che, al contrario, contraddistingue l'armonia “classica”. La pratica vocale è detta fasola singing ed è il risultato di una peculiare interazione fra codici e comportamenti musicali specifici, variamente formalizzati e trasmessi oralmente. Moltissimi sono gli arrangiamenti di melodie tradizionali di origine secolare e sacra, persistenti nello scenario esecutivo attuale. A partire dalla fine degli anni '90 si è verificata una riproposta del sacred harp singing in Europa; attualmente molte comunità laiche locali stanno sperimentando lo studio e la pratica collettiva del sacred harp attraverso la partecipazione diretta a singing di varia natura. I protagonisti di questi scenari esecutivi si incontrano settimanalmente in regular singing di carattere livello locale, e annualmente, in All-Day Singing e annual convention di carattere transnazionale, durante i quali i vari partecipanti ‒ provenienti da comunità attive perlopiù fra Stati Uniti ed Europa ‒ fanno esperienza della propria dimensione spirituale attraverso la pratica musicale collettiva. La mia ricerca si è basata sullo studio delle competenze musicali e delle varie strategie di trasmissione fra i partecipanti a livello locale e transnazionale, come pure su aspetti legati al repertorio tradizionale di The Sacred Harp (1991) e altri tunebook di questo tipo. Dall'inizio dell'isolamento globale fino a oggi, l'impossibilità di cantare dal vivo ha stimolato le varie comunità del Sacred Harp a tentare ogni possibile approccio per garantire la continuità della tradizione, sviluppando una serie di strategie dai quarantine- ai virtual singing. Per quanto riguarda questo studio, la partecipazione diretta a ciascuna delle attività, sia in presenza, sia online, mi ha consentito di analizzare i processi culturali che definiscono il movimento a un livello globale. Subito dopo la ricerca sul campo, svolta tra il 2019 e il 2020, e in seguito alla diffusione della pandemia, ho preso parte a numerose riunioni virtuali che mi hanno spinta a dover sintetizzare, mettendoli a confronto, gli esiti della ricerca sul campo con quelli derivanti da una indagine etnografica ibrida, adattando la metodologia di ricerca a situazioni nuove e imprevedibili. Sebbene molti degli elementi fondamentali del paesaggio sonoro e della prossemica del sacred harp singing siano di fatto cambiati drasticamente ‒ a causa dell'impossibilità di ritrovarsi a cantare insieme ‒ le aspettative di moltissimi protagonisti della scena europea e statunitense sono andate (e in una certa misura continuano ad andare) verso la “rappresentazione” di tali ambienti sonori, attraverso l'utilizzo di vari dispositivi utili a emulare o a ricreare un singing.File | Dimensione | Formato | |
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Delia Dattilo_tesi di dottorato_34 ciclo_def.pdf
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Descrizione: “Everybody is welcome”. Un'analisi etnomusicologica del sacred harp singing e un percorso storico nel movimento del Sacred Harp in pratiche locali e scenari transnazionali
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Tesi di dottorato
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