Negli ultimi anni la comunità tecnico-scientifica ha rivolto un interesse crescente nei confronti delle tematiche inerenti alla valutazione della vulnerabilità sismica delle costruzioni esistenti. In quest’ampio panorama spiccano, per importanza strategica e complessità tecnica, i viadotti della rete autostradale. La maggior parte di questi manufatti è stata realizzata tra gli anni ’60 e ’70 con approcci progettuali che ignoravano le attuali conoscenze nel campo dell’ingegneria sismica. Pertanto, è emersa la necessità di indagare con moderne tecniche di analisi le effettive capacità resistenti di queste strutture, traendone conclusioni circa il loro livello di sicurezza in occasione di un terremoto. Nell’applicazione sistematica a più manufatti di una rete, è stato adottato un approccio basato sull’analisi “pushover” multi-modale che permette di tenere in conto sia il comportamento non lineare, dovuto ai complessi fenomeni di ridistribuzione delle azioni che avvengono in campo post-elastico, sia la complessità della risposta dinamica del sistema, dovuta alle diverse forme modali significative della struttura. A tal proposito, si è implementata una routine automatica che, appoggiandosi ai risultati ottenuti dal software FEM, esegue in automatico le combinazioni modali e le verifiche degli elementi costruttivi, riducendo in modo considerevole i tempi di lavoro e garantendo un maggiore controllo dei risultati. Gli indici di rischio così ottenuti vengono riassunti in opportune schede di analisi di vulnerabilità sismica (fornite e raccolte dalla Protezione Civile).
Vulnerabilità sismica di viadotti autostradali
M. Zucca
2014-01-01
Abstract
Negli ultimi anni la comunità tecnico-scientifica ha rivolto un interesse crescente nei confronti delle tematiche inerenti alla valutazione della vulnerabilità sismica delle costruzioni esistenti. In quest’ampio panorama spiccano, per importanza strategica e complessità tecnica, i viadotti della rete autostradale. La maggior parte di questi manufatti è stata realizzata tra gli anni ’60 e ’70 con approcci progettuali che ignoravano le attuali conoscenze nel campo dell’ingegneria sismica. Pertanto, è emersa la necessità di indagare con moderne tecniche di analisi le effettive capacità resistenti di queste strutture, traendone conclusioni circa il loro livello di sicurezza in occasione di un terremoto. Nell’applicazione sistematica a più manufatti di una rete, è stato adottato un approccio basato sull’analisi “pushover” multi-modale che permette di tenere in conto sia il comportamento non lineare, dovuto ai complessi fenomeni di ridistribuzione delle azioni che avvengono in campo post-elastico, sia la complessità della risposta dinamica del sistema, dovuta alle diverse forme modali significative della struttura. A tal proposito, si è implementata una routine automatica che, appoggiandosi ai risultati ottenuti dal software FEM, esegue in automatico le combinazioni modali e le verifiche degli elementi costruttivi, riducendo in modo considerevole i tempi di lavoro e garantendo un maggiore controllo dei risultati. Gli indici di rischio così ottenuti vengono riassunti in opportune schede di analisi di vulnerabilità sismica (fornite e raccolte dalla Protezione Civile).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.