Si presenta il caso di un detenuto che intraprese volontariamente lo sciopero fame per motivazioni ideologiche. Lo sciopero della fame rappresenta una sfida per il medico legale sotto diversi punti di vista, dall’etica alla patologia forense passando per la deontologia e l’autonomia decisionale dell’individuo. Nel caso presentato il soggetto intraprese un digiuno estremo della durata complessiva di 63 giorni. Durante tale periodo non rifiutava l’idratazione volontaria con acqua e altre bevande, venendo talvolta supportato per via parenterale con soluzione fisiologica e/o glucosata. Al 58° giorno veniva ricoverato presso il Presidio Ospedaliero di riferimento a causa di profonda astenia e di segni bioumorali di disidratazione. Al 61° giorno di digiuno veniva effettuata una TC torace con esito sostanzialmente negativo. Al 63° giorno sopravveniva l’exitus in assenza di chiari segni di scompenso cardiocircolatorio. A seguito del digiuno veniva documentato un marcato calo ponderale con perdita di circa 30 kg (da 108 a 78 kg circa) e di quasi 9 punti di body mass index (BMI – da 31.6 a 22.8). Veniva disposta un’autopsia giudiziaria che, analogamente ai pochi casi descritti in letteratura, documentava un esito sostanzialmente bianco mentre i successivi approfondimenti istopatologici identificavano una polmonite diffusa (reperto autoptico di frequente riscontro nel digiuno estremo) per cui la causa del decesso veniva identificata in un’insufficienza cardio-respiratoria acuta secondaria a polmonite bilaterale. In considerazione della particolarità e della rarità del caso, oltre agli elementi patologico forensi classici si è cercato di esplorare i complessi fenomeni biologici sottostanti anche da un punto di vista traslazionale. Nell’ipotesi che un digiuno estremo sia in grado di determinare una modificazione delle principali vie coinvolte nel metabolismo energetico cellulare è stato studiato l’umor vitreo prelevato all’atto dell’autopsia con approccio metabolomico con piattaforma sia spettroscopica (1H NMR) che spettrometrica (GC e LC/MS). Il profilo metabolomico identificato è stato confrontato con analisi MultiVariata con tre gruppi di controllo rappresentati dai profili metabolomici ottenuti da cadaveri sia con un post-mortem interval (PMI) comparabile sia con diversa causa di morte sia con intervalli di PMI inferiori e superiori. L’analisi metabolomica si è dimostrata un potenziale strumento utile per documentare le modificazioni correlate con uno sciopero della fame protratto.

Un caso di morte da hunger strike con analisi metabolomica su umor vitreo

Chighine A.;Russu L.;Poltrone B.;Germanò T.;Fratini R.;Nioi M.;Demontis R.
2022-01-01

Abstract

Si presenta il caso di un detenuto che intraprese volontariamente lo sciopero fame per motivazioni ideologiche. Lo sciopero della fame rappresenta una sfida per il medico legale sotto diversi punti di vista, dall’etica alla patologia forense passando per la deontologia e l’autonomia decisionale dell’individuo. Nel caso presentato il soggetto intraprese un digiuno estremo della durata complessiva di 63 giorni. Durante tale periodo non rifiutava l’idratazione volontaria con acqua e altre bevande, venendo talvolta supportato per via parenterale con soluzione fisiologica e/o glucosata. Al 58° giorno veniva ricoverato presso il Presidio Ospedaliero di riferimento a causa di profonda astenia e di segni bioumorali di disidratazione. Al 61° giorno di digiuno veniva effettuata una TC torace con esito sostanzialmente negativo. Al 63° giorno sopravveniva l’exitus in assenza di chiari segni di scompenso cardiocircolatorio. A seguito del digiuno veniva documentato un marcato calo ponderale con perdita di circa 30 kg (da 108 a 78 kg circa) e di quasi 9 punti di body mass index (BMI – da 31.6 a 22.8). Veniva disposta un’autopsia giudiziaria che, analogamente ai pochi casi descritti in letteratura, documentava un esito sostanzialmente bianco mentre i successivi approfondimenti istopatologici identificavano una polmonite diffusa (reperto autoptico di frequente riscontro nel digiuno estremo) per cui la causa del decesso veniva identificata in un’insufficienza cardio-respiratoria acuta secondaria a polmonite bilaterale. In considerazione della particolarità e della rarità del caso, oltre agli elementi patologico forensi classici si è cercato di esplorare i complessi fenomeni biologici sottostanti anche da un punto di vista traslazionale. Nell’ipotesi che un digiuno estremo sia in grado di determinare una modificazione delle principali vie coinvolte nel metabolismo energetico cellulare è stato studiato l’umor vitreo prelevato all’atto dell’autopsia con approccio metabolomico con piattaforma sia spettroscopica (1H NMR) che spettrometrica (GC e LC/MS). Il profilo metabolomico identificato è stato confrontato con analisi MultiVariata con tre gruppi di controllo rappresentati dai profili metabolomici ottenuti da cadaveri sia con un post-mortem interval (PMI) comparabile sia con diversa causa di morte sia con intervalli di PMI inferiori e superiori. L’analisi metabolomica si è dimostrata un potenziale strumento utile per documentare le modificazioni correlate con uno sciopero della fame protratto.
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