Il contributo presenta i risultati preliminari di un progetto di innovazione sociale, detto ‘Agriculture’, avviato nel 2018 presso la chiesa di San Salvatore, nella città di Iglesias (la medievale Villa di Chiesa), secolare ‘capitale mineraria’ del più importante distretto metallifero sardo. La piccola chiesa, raro esempio di edificio ecclesiale altomedievale cruciforme, segna profondamente l’identità più antica della città, di cui precede la nascita, e rappresenta ancora oggi uno dei pochi spazi di aggregazione riqualificati del popoloso quartiere periferico di Serra Perdosa, sebbene sia ormai stretta tra alti palazzi popolari e lambita dai binari della rete ferroviaria. A partire dagli anni ‘90, con la chiusura delle attività estrattive, Iglesias ha assistito ad una inesorabile crisi economica e sociale che, ancora nel 2012, la collocava tra le città più povere d’Italia. Lo scoramento sociale, segnato dal crollo dell’occupazione, ha avuto la sua più eclatante manifestazione nel progressivo spopolamento della cittadina. A questo grave scenario, negli ultimi anni si è aggiunto un clima di crescente tensione sociale, dovuto a una sostanziale impreparazione della comunità locale di fronte ad importanti fenomeni migratori che, proprio in quest’area, raggiungono picchi tra i più alti dell’isola. In questo quadro, un importante ruolo di presidio è stato certamente svolto dalle associazioni locali, capaci spesso di temperare il pericolo di un tracollo sociale definitivo. Il progetto Agriculture, favorito dal network di associazioni ‘I Giardini della Biodiversità’ (che dal 2017 ha sede nella chiesa di San Salvatore), ha permesso la realizzazione di una serie di azioni differenti e concatenate che, tenendo al centro la capacità aggregativa e di riconoscimento identitario della chiesa per la comunità, si sono proposte di affrontare la rigenerazione sociale della più popolosa e degradata periferia della città, ricostruire l’identità del luogo attraverso i valori espressi dalla sua ‘comunità patrimoniale’, riscoprire percorsi di socialità aperti al prossimo.
Archeologia Pubblica per l'innovazione sociale. I giardini della biodiversità presso la ex chiesa altomedievale di San Salvatore ad Iglesias (SW-Sardegna) tra fenomeni migratori e rigenerazione comunitaria
Sanna Montanelli M
2021-01-01
Abstract
Il contributo presenta i risultati preliminari di un progetto di innovazione sociale, detto ‘Agriculture’, avviato nel 2018 presso la chiesa di San Salvatore, nella città di Iglesias (la medievale Villa di Chiesa), secolare ‘capitale mineraria’ del più importante distretto metallifero sardo. La piccola chiesa, raro esempio di edificio ecclesiale altomedievale cruciforme, segna profondamente l’identità più antica della città, di cui precede la nascita, e rappresenta ancora oggi uno dei pochi spazi di aggregazione riqualificati del popoloso quartiere periferico di Serra Perdosa, sebbene sia ormai stretta tra alti palazzi popolari e lambita dai binari della rete ferroviaria. A partire dagli anni ‘90, con la chiusura delle attività estrattive, Iglesias ha assistito ad una inesorabile crisi economica e sociale che, ancora nel 2012, la collocava tra le città più povere d’Italia. Lo scoramento sociale, segnato dal crollo dell’occupazione, ha avuto la sua più eclatante manifestazione nel progressivo spopolamento della cittadina. A questo grave scenario, negli ultimi anni si è aggiunto un clima di crescente tensione sociale, dovuto a una sostanziale impreparazione della comunità locale di fronte ad importanti fenomeni migratori che, proprio in quest’area, raggiungono picchi tra i più alti dell’isola. In questo quadro, un importante ruolo di presidio è stato certamente svolto dalle associazioni locali, capaci spesso di temperare il pericolo di un tracollo sociale definitivo. Il progetto Agriculture, favorito dal network di associazioni ‘I Giardini della Biodiversità’ (che dal 2017 ha sede nella chiesa di San Salvatore), ha permesso la realizzazione di una serie di azioni differenti e concatenate che, tenendo al centro la capacità aggregativa e di riconoscimento identitario della chiesa per la comunità, si sono proposte di affrontare la rigenerazione sociale della più popolosa e degradata periferia della città, ricostruire l’identità del luogo attraverso i valori espressi dalla sua ‘comunità patrimoniale’, riscoprire percorsi di socialità aperti al prossimo.File | Dimensione | Formato | |
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