Le infrastrutture aeroportuali, per il loro essere luoghi ‘del mondo’, progettati e costruiti in totale autonomia rispetto a ciò che è comunemente riconosciuto come ‘genius loci’, sono state incluse a partire dagli anni novanta del secolo scorso tra i cosiddetti nonluoghi, dai caratteri ‘anonimi’ e replicabili in qualsiasi contesto. Il presente contributo - parte di una più ampia ricerca dottorale in Ingegneria Civile e Architettura condotta presso l’Università degli Studi di Cagliari - vuole riabilitare tali siti, in particolare quelli militari storici, realizzati nella prima metà del Novecento, approfondendone la conoscenza e riconoscendo nella loro ‘identità’, un patrimonio di valori, tangibili e intangibili, da salvaguardare. Si assiste infatti, dall’immediato dopoguerra, a una lunga stagione di trasformazioni, manomissioni, dismissioni e spesso di abbandoni che rendono necessario un generale ripensamento di queste particolari infrastrutture che conservano i segni materiali delle abilità tecnico-costruttive e delle espressività formali sperimentate in oltre un secolo di aviazione. Emblematico in tal senso è il caso dell’idroscalo di Desenzano, sulle rive del lago di Garda, recentemente dismesso e solo parzialmente riconvertito in parco urbano. Attraverso l’indagine bibliografica e archivistica, si propone una rilettura delle alterne vicende del sito - divenuto celebre per essere stato teatro del raggiungimento dell’ancora imbattuto record di velocità del famoso Francesco Agello - al fine di porre l’attenzione verso un patrimonio vulnerabile, talvolta ancora poco conosciuto e valorizzato, che rischia, se non adeguatamente tutelato, di perdere la propria integrità.
Patrimonio ‘in attesa’. Il caso dell’idroscalo di Desenzano del Garda (BS)
Monica Vargiu
2021-01-01
Abstract
Le infrastrutture aeroportuali, per il loro essere luoghi ‘del mondo’, progettati e costruiti in totale autonomia rispetto a ciò che è comunemente riconosciuto come ‘genius loci’, sono state incluse a partire dagli anni novanta del secolo scorso tra i cosiddetti nonluoghi, dai caratteri ‘anonimi’ e replicabili in qualsiasi contesto. Il presente contributo - parte di una più ampia ricerca dottorale in Ingegneria Civile e Architettura condotta presso l’Università degli Studi di Cagliari - vuole riabilitare tali siti, in particolare quelli militari storici, realizzati nella prima metà del Novecento, approfondendone la conoscenza e riconoscendo nella loro ‘identità’, un patrimonio di valori, tangibili e intangibili, da salvaguardare. Si assiste infatti, dall’immediato dopoguerra, a una lunga stagione di trasformazioni, manomissioni, dismissioni e spesso di abbandoni che rendono necessario un generale ripensamento di queste particolari infrastrutture che conservano i segni materiali delle abilità tecnico-costruttive e delle espressività formali sperimentate in oltre un secolo di aviazione. Emblematico in tal senso è il caso dell’idroscalo di Desenzano, sulle rive del lago di Garda, recentemente dismesso e solo parzialmente riconvertito in parco urbano. Attraverso l’indagine bibliografica e archivistica, si propone una rilettura delle alterne vicende del sito - divenuto celebre per essere stato teatro del raggiungimento dell’ancora imbattuto record di velocità del famoso Francesco Agello - al fine di porre l’attenzione verso un patrimonio vulnerabile, talvolta ancora poco conosciuto e valorizzato, che rischia, se non adeguatamente tutelato, di perdere la propria integrità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.