The contribution examines the educational-recreational publications of Grazia Deledda (Nuoro, 1871 – Rome, 1936), focusing specifically on the linguistic choices of production aimed at children. This is a minor narrative genre, little investigated, to which the Sardinian writer devoted herself in a non-occasional manner during her existence, starting from the first collection of short stories «Nell’azzurro» (Milan-Rome, Trevisani, 1890), some of which had already appeared in the weekly magazine «Il Paradiso dei Bambini. Giornale illustrato per i ragazzi», published by Edoardo Perino, up to the anthology «Il dono di Natale», published after about forty years (Milan, Fratelli Treves, with illustrations by Giulio Rosso, 1930). Other texts intended for young readers are placed between the two collections: among these «Giaffàh» (1892, then, in 1931, «Giaffà. Stories for children»), which narrates the bizarre adventures, with a singular exotic setting, of the very well-known popular figure of the crafty-fool who inspired the title of the collection. The linguistic study conducted on this text, also through comparison with the printed antecedent of the opening story, allows us to show the oral matrix of Deledda's tale and, in a broader perspective, the stylistic-linguistic evolution accomplished by Deledda also in the context of production aimed at children, which the Sardinian writer, in accordance with a lucid and precocious pedagogical-cultural project, intentionally wanted free from the didacticism typical of contemporary publications for children.

Il contributo esamina la pubblicistica educativo-ricreativa di Grazia Deledda (Nuoro, 1871 – Roma, 1936), soffermandosi, nello specifico, sulle scelte linguistiche della produzione diretta all’infanzia. Si tratta di un filone narrativo minore, scarsamente indagato, a cui la scrittrice sarda si dedicò in modo non occasionale durante la sua esistenza, a partire dalla prima raccolta di novelle «Nell’azzurro» (Milano-Roma, Trevisani, 1890), alcune delle quali già apparse sul settimanale «Il Paradiso dei Bambini. Giornale illustrato per i ragazzi», edito dal romano Edoardo Perino, fino alla silloge «Il dono di Natale», pubblicata dopo un quarantennio circa (Milano, Fratelli Treves, con illustrazioni di Giulio Rosso, 1930). Altri testi destinati all’utenza giovanile si collocano fra le due raccolte: tra questi «Giaffàh» (1892, poi, nel 1931, «Giaffà. Racconti per ragazzi»), che narra le strampalate avventure, dalla singolare ambientazione esotica, della notissima figura popolare del furbo-sciocco cui si ispira il titolo della raccolta. L’affondo linguistico condotto su questo testo, anche attraverso il confronto con l’antecedente a stampa della novella di avvio, consente di mostrare la matrice orale del racconto deleddiano e, in prospettiva più ampia, l’evoluzione stilistico-linguistica compiuta da Deledda anche nell’ambito della produzione rivolta all’infanzia, che la scrittrice sarda, assecondando un progetto pedagogico-culturale lucido, quanto precoce, volle intenzionalmente scevra dal didascalismo tipico della coeva pubblicistica per ragazzi.

«Sedetevi in circolo, miei piccoli amici». La pubblicistica per l’infanzia di Grazia Deledda: proposte di analisi linguistica

rita fresu
Primo
2022-01-01

Abstract

The contribution examines the educational-recreational publications of Grazia Deledda (Nuoro, 1871 – Rome, 1936), focusing specifically on the linguistic choices of production aimed at children. This is a minor narrative genre, little investigated, to which the Sardinian writer devoted herself in a non-occasional manner during her existence, starting from the first collection of short stories «Nell’azzurro» (Milan-Rome, Trevisani, 1890), some of which had already appeared in the weekly magazine «Il Paradiso dei Bambini. Giornale illustrato per i ragazzi», published by Edoardo Perino, up to the anthology «Il dono di Natale», published after about forty years (Milan, Fratelli Treves, with illustrations by Giulio Rosso, 1930). Other texts intended for young readers are placed between the two collections: among these «Giaffàh» (1892, then, in 1931, «Giaffà. Stories for children»), which narrates the bizarre adventures, with a singular exotic setting, of the very well-known popular figure of the crafty-fool who inspired the title of the collection. The linguistic study conducted on this text, also through comparison with the printed antecedent of the opening story, allows us to show the oral matrix of Deledda's tale and, in a broader perspective, the stylistic-linguistic evolution accomplished by Deledda also in the context of production aimed at children, which the Sardinian writer, in accordance with a lucid and precocious pedagogical-cultural project, intentionally wanted free from the didacticism typical of contemporary publications for children.
2022
978-88-98692-96-5
Il contributo esamina la pubblicistica educativo-ricreativa di Grazia Deledda (Nuoro, 1871 – Roma, 1936), soffermandosi, nello specifico, sulle scelte linguistiche della produzione diretta all’infanzia. Si tratta di un filone narrativo minore, scarsamente indagato, a cui la scrittrice sarda si dedicò in modo non occasionale durante la sua esistenza, a partire dalla prima raccolta di novelle «Nell’azzurro» (Milano-Roma, Trevisani, 1890), alcune delle quali già apparse sul settimanale «Il Paradiso dei Bambini. Giornale illustrato per i ragazzi», edito dal romano Edoardo Perino, fino alla silloge «Il dono di Natale», pubblicata dopo un quarantennio circa (Milano, Fratelli Treves, con illustrazioni di Giulio Rosso, 1930). Altri testi destinati all’utenza giovanile si collocano fra le due raccolte: tra questi «Giaffàh» (1892, poi, nel 1931, «Giaffà. Racconti per ragazzi»), che narra le strampalate avventure, dalla singolare ambientazione esotica, della notissima figura popolare del furbo-sciocco cui si ispira il titolo della raccolta. L’affondo linguistico condotto su questo testo, anche attraverso il confronto con l’antecedente a stampa della novella di avvio, consente di mostrare la matrice orale del racconto deleddiano e, in prospettiva più ampia, l’evoluzione stilistico-linguistica compiuta da Deledda anche nell’ambito della produzione rivolta all’infanzia, che la scrittrice sarda, assecondando un progetto pedagogico-culturale lucido, quanto precoce, volle intenzionalmente scevra dal didascalismo tipico della coeva pubblicistica per ragazzi.
History of the Italian language; Italian linguistics; Children's literature; Grazia Deledda
Storia della lingua italiana; Linguistica italiana; Letteratura per l'infanzia; Grazia Deledda
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