Nonostante le difficoltà che hanno caratterizzato l’applicazione pluridecennale della normativa italiana sugli standard urbanistici e la evidente necessità di una sua rivisitazione, essa continua a rappresentare un importante fattore di garanzia del ruolo dell’attore pubblico nell’assicurare, almeno negli intenti, le migliori condizioni di vivibilità nei contesti urbani. La definizione di quantità minime di spazi da destinare a servizi e attrezzature collettive ha garantito livelli minimi di welfare urbano e contribuito alla costituzione di un patrimonio di suoli pubblici a disposizione delle comunità, che non sempre ha però fornito risposta alle reali esigenze sociali. Il dibattito disciplinare si è da tempo orientato verso la ricerca di standard qualitativi e prestazionali che consentano di superare il rigido approccio quantitativo, fondato sull’erogazione di servizi in rapporto alla disponibilità, in termini di superfici, di aree e immobili. Tuttavia, la pianificazione si confronta ancora oggi con un apparato normativo inadeguato e con problematiche amministrative che si sono stratificate nel corso del tempo. Il contributo si focalizza sul contesto regionale sardo, in particolare sul caso studio del comune di Villacidro, riflettendo sulle caratteristiche del sistema di dotazioni collettive esistente allo scopo di definire alcune linee strategiche di pianificazione, e al fine di garantire una gestione efficiente di tale risorsa in funzione delle condizioni socioeconomiche locali.

Servizi collettivi nei territori in contrazione. Il caso studio di Villacidro in Sardegna

Anna Maria Colavitti;Alessio Floris;Sergio Serra
2023-01-01

Abstract

Nonostante le difficoltà che hanno caratterizzato l’applicazione pluridecennale della normativa italiana sugli standard urbanistici e la evidente necessità di una sua rivisitazione, essa continua a rappresentare un importante fattore di garanzia del ruolo dell’attore pubblico nell’assicurare, almeno negli intenti, le migliori condizioni di vivibilità nei contesti urbani. La definizione di quantità minime di spazi da destinare a servizi e attrezzature collettive ha garantito livelli minimi di welfare urbano e contribuito alla costituzione di un patrimonio di suoli pubblici a disposizione delle comunità, che non sempre ha però fornito risposta alle reali esigenze sociali. Il dibattito disciplinare si è da tempo orientato verso la ricerca di standard qualitativi e prestazionali che consentano di superare il rigido approccio quantitativo, fondato sull’erogazione di servizi in rapporto alla disponibilità, in termini di superfici, di aree e immobili. Tuttavia, la pianificazione si confronta ancora oggi con un apparato normativo inadeguato e con problematiche amministrative che si sono stratificate nel corso del tempo. Il contributo si focalizza sul contesto regionale sardo, in particolare sul caso studio del comune di Villacidro, riflettendo sulle caratteristiche del sistema di dotazioni collettive esistente allo scopo di definire alcune linee strategiche di pianificazione, e al fine di garantire una gestione efficiente di tale risorsa in funzione delle condizioni socioeconomiche locali.
2023
978-88-99237-48-6
welfare; local development; public spaces
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