Tratalias è un comune di circa 1000 abitanti facente parte della provincia del Sud Sardegna e della regione storica del Sulcis, nel SO isolano. La scarsità di fonti scritte a nostra disposizione non permette di datare con precisione il momento di fondazione dell’abitato che, tuttavia, risulta certamente riconducibile alla villa Tatalia citata nelle fonti duecentesche, e alla Tartalia dei documenti del ‘300. Il villaggio era quindi inserito tra i possedimenti attribuibili alla curatorìa di Sulchis la quale, a sua volta, apparteneva al giudicato di Cagliari, l’entità statuale che – tra XI e XIII secolo – governava il meridione isolano. Nel 1954, per volere del Ministero dell’Agricoltura e Foreste, con lo scopo di valorizzare al massimo le attività agricole e pastorali che connotavano il tessuto economico e sociale del Basso Sulcis, fu realizzata la diga di Monte Pranu, sul Rio Palmas (a circa km 1,5 dal paese). Questa, pur favorendo una ripresa agricola ed economica, fu da subito causa di ingenti danni agli abitati circostanti, originati da infiltrazioni d’acqua e susseguenti dissesti statici e lesioni ai fabbricati che portarono, a partire dai primi anni Settanta, allo studio di un progetto per l’intera ricostruzione del paese che condusse, nel decennio successivo, al totale trasferimento della popolazione in un nuovo abitato, situato su una zona collinare a poche centinaia di metri dal vecchio borgo. Oggi parte del “borgo medievale” è stata preservata con lo scopo di custodire il passato della comunità e produrre un cluster di attrazione turistica creando, di fatto, ‘due’ Tratalias: l’obiettivo di questo contributo è quello di provare ad analizzare i risvolti sociali che le vicissitudini degli ultimi decenni possono aver creato nella percezione della comunità, rispetto alla cura e tutela del proprio paesaggio culturale e all’attaccamento nei confronti del patrimonio archeologico locale, attraverso un questionario rivolto agli abitanti e fruitori del piccolo centro sulcitano.
Le “due” Tratalias (SU). La percezione comunitaria rispetto al rapporto tra la cura del paesaggio culturale e le scelte istituzionali operate negli anni.
Francesco Mameli
Primo
2023-01-01
Abstract
Tratalias è un comune di circa 1000 abitanti facente parte della provincia del Sud Sardegna e della regione storica del Sulcis, nel SO isolano. La scarsità di fonti scritte a nostra disposizione non permette di datare con precisione il momento di fondazione dell’abitato che, tuttavia, risulta certamente riconducibile alla villa Tatalia citata nelle fonti duecentesche, e alla Tartalia dei documenti del ‘300. Il villaggio era quindi inserito tra i possedimenti attribuibili alla curatorìa di Sulchis la quale, a sua volta, apparteneva al giudicato di Cagliari, l’entità statuale che – tra XI e XIII secolo – governava il meridione isolano. Nel 1954, per volere del Ministero dell’Agricoltura e Foreste, con lo scopo di valorizzare al massimo le attività agricole e pastorali che connotavano il tessuto economico e sociale del Basso Sulcis, fu realizzata la diga di Monte Pranu, sul Rio Palmas (a circa km 1,5 dal paese). Questa, pur favorendo una ripresa agricola ed economica, fu da subito causa di ingenti danni agli abitati circostanti, originati da infiltrazioni d’acqua e susseguenti dissesti statici e lesioni ai fabbricati che portarono, a partire dai primi anni Settanta, allo studio di un progetto per l’intera ricostruzione del paese che condusse, nel decennio successivo, al totale trasferimento della popolazione in un nuovo abitato, situato su una zona collinare a poche centinaia di metri dal vecchio borgo. Oggi parte del “borgo medievale” è stata preservata con lo scopo di custodire il passato della comunità e produrre un cluster di attrazione turistica creando, di fatto, ‘due’ Tratalias: l’obiettivo di questo contributo è quello di provare ad analizzare i risvolti sociali che le vicissitudini degli ultimi decenni possono aver creato nella percezione della comunità, rispetto alla cura e tutela del proprio paesaggio culturale e all’attaccamento nei confronti del patrimonio archeologico locale, attraverso un questionario rivolto agli abitanti e fruitori del piccolo centro sulcitano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.