All’inizio degli anni Settanta, complice l’immissione sul mercato, nel 1965, del formato Super8, che democratizza non solo l’ambito della produzione amatoriale, ma anche quello della circolazione domestica dei film (prima dell’introduzione della videoregistrazione), esplode il fenomeno della pirateria. La duplicazione dei film avviene così anche in maniera illegale, dando vita a un mercato nero che preoccupa enormemente l’ANICA. La circolazione non controllata delle edizioni afferisce a una filiera ben precisa, come emerge dalle indagini condotte dall’associazione di categoria, in particolare dalle sotto-associazioni legate alla distribuzione (Garofalo, Minuz, Morreale, 2020): i distributori zonali, infatti, decidono spesso di derogare agli accordi presi a livello nazionale e di passare sottobanco le copie a laboratori, che ne effettuano la riduzione in formato substandard. In seguito, queste copie vengono immesse sul mercato nero a prezzi ribassati. A ciò si aggiunge la pratica della proiezione pubblica di materiali elaborati per il consumo domestico: in questo caso, i principali imputati sono i cineclub che utilizzano pellicole in 16mm e Super8 non licenziate per svolgere le proprie attività (Siboni 1999). Infine, vi sono le televisioni via cavo, che in quegli anni iniziano le loro trasmissioni e, riscontrando difficoltà nella stipula di contratti con le case di distribuzione, ricorrono spesso a copie pirata, che vengono telecinemate o trasmesse “in diretta” tramite la ripresa di una proiezione su un telo.

Pirati a passo ridotto. La circolazione illegale di film in Italia durante gli anni settanta

Diego Cavallotti
2023-01-01

Abstract

All’inizio degli anni Settanta, complice l’immissione sul mercato, nel 1965, del formato Super8, che democratizza non solo l’ambito della produzione amatoriale, ma anche quello della circolazione domestica dei film (prima dell’introduzione della videoregistrazione), esplode il fenomeno della pirateria. La duplicazione dei film avviene così anche in maniera illegale, dando vita a un mercato nero che preoccupa enormemente l’ANICA. La circolazione non controllata delle edizioni afferisce a una filiera ben precisa, come emerge dalle indagini condotte dall’associazione di categoria, in particolare dalle sotto-associazioni legate alla distribuzione (Garofalo, Minuz, Morreale, 2020): i distributori zonali, infatti, decidono spesso di derogare agli accordi presi a livello nazionale e di passare sottobanco le copie a laboratori, che ne effettuano la riduzione in formato substandard. In seguito, queste copie vengono immesse sul mercato nero a prezzi ribassati. A ciò si aggiunge la pratica della proiezione pubblica di materiali elaborati per il consumo domestico: in questo caso, i principali imputati sono i cineclub che utilizzano pellicole in 16mm e Super8 non licenziate per svolgere le proprie attività (Siboni 1999). Infine, vi sono le televisioni via cavo, che in quegli anni iniziano le loro trasmissioni e, riscontrando difficoltà nella stipula di contratti con le case di distribuzione, ricorrono spesso a copie pirata, che vengono telecinemate o trasmesse “in diretta” tramite la ripresa di una proiezione su un telo.
2023
9788829720705
Pirateria; Cinema italiano degli anni Settanta; Film a passo ridotto; Televisioni; Cineclub; Microstoria dei media
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