Gli edifici storici possono e devono contribuire alla decarbonizzazione del settore delle costruzioni. In Italia circa il 15%, del patrimonio edilizio residenziale è stata costruito prima del 1918 e rappresenta quindi un obiettivo importante per le politiche di rinnovamento. Migliorare la prestazione energetica del patrimonio storico è più complesso perché è necessario far coesistere le necessità di riduzione dei consumi con la salvaguardia del valore architettonico e paesaggistico del patrimonio, bene, anch'esso, non rinnovabile. Queste difficoltà si riscontrano anche nell’accesso agli incentivi, in particolare a quelli previsti dal cosiddetto Superbonus, che in Italia ha portato ad intervenire su un numero consistente di edifici, ma non su quelli storici. La riqualificazione energetica del costruito storico riveste un ruolo anche più significativo nei centri minori, che devono fronteggiare il problema dello spopolamento. Gli elevati costi gestionali e la scarsa qualità abitativa del patrimonio storico ne diminuiscono il valore economico e accentuano il rischio di abbandono. L’incremento dei processi di riqualificazione energetica potrebbe diventare un tassello importante delle strategie, già in atto in Italia, così come in Europa, volte alla valorizzazione delle aree interne e dei piccoli centri, nel tentativo di scongiurare la perdita del patrimonio ivi presente e di controbilanciare la densificazione demografica dei centri urbani. È ormai riconosciuto che riabitare le aree interne produrrebbe numerosi vantaggi: diminuzione del consumo di suolo; decongestionamento urbano; miglioramento della salute; tutela di un importante patrimonio materiale e immateriale; salvaguardia delle identità locali. La recente emergenza sanitaria ha ulteriormente evidenziato il grande potenziale delle aree rurali, svelandone la maggiore resilienza rispetto alle grandi città. Sulla base di queste premesse l’Unione dei Comuni del Montiferru-Sinis, in Provincia di Oristano, su iniziativa dell’Ass.ne Nazionale Città della Terra Cruda, ha commissionato ad un gruppo composto da ricercatori universitari e liberi professionisti, la redazione di linee guida per l’applicazione degli incentivi del Superbonus agli edifici dei propri centri storici. Il lavoro ha dimostrato che è possibile intervenire sull’edificato minore storico, anche usufruendo degli incentivi fiscali, nel rispetto dei vincoli di tutela. I risultati in termini di prestazione energetica sono di assoluto interesse, così come i benefici economici che ne derivano.
Guidelines for the application of the incentives for improving the energy performance of buildings in the smaller historic centers of Sardinia
Desogus, Giuseppe
Primo
;Dessì, Andrea;Vacca D’Avino, Simone
2024-01-01
Abstract
Gli edifici storici possono e devono contribuire alla decarbonizzazione del settore delle costruzioni. In Italia circa il 15%, del patrimonio edilizio residenziale è stata costruito prima del 1918 e rappresenta quindi un obiettivo importante per le politiche di rinnovamento. Migliorare la prestazione energetica del patrimonio storico è più complesso perché è necessario far coesistere le necessità di riduzione dei consumi con la salvaguardia del valore architettonico e paesaggistico del patrimonio, bene, anch'esso, non rinnovabile. Queste difficoltà si riscontrano anche nell’accesso agli incentivi, in particolare a quelli previsti dal cosiddetto Superbonus, che in Italia ha portato ad intervenire su un numero consistente di edifici, ma non su quelli storici. La riqualificazione energetica del costruito storico riveste un ruolo anche più significativo nei centri minori, che devono fronteggiare il problema dello spopolamento. Gli elevati costi gestionali e la scarsa qualità abitativa del patrimonio storico ne diminuiscono il valore economico e accentuano il rischio di abbandono. L’incremento dei processi di riqualificazione energetica potrebbe diventare un tassello importante delle strategie, già in atto in Italia, così come in Europa, volte alla valorizzazione delle aree interne e dei piccoli centri, nel tentativo di scongiurare la perdita del patrimonio ivi presente e di controbilanciare la densificazione demografica dei centri urbani. È ormai riconosciuto che riabitare le aree interne produrrebbe numerosi vantaggi: diminuzione del consumo di suolo; decongestionamento urbano; miglioramento della salute; tutela di un importante patrimonio materiale e immateriale; salvaguardia delle identità locali. La recente emergenza sanitaria ha ulteriormente evidenziato il grande potenziale delle aree rurali, svelandone la maggiore resilienza rispetto alle grandi città. Sulla base di queste premesse l’Unione dei Comuni del Montiferru-Sinis, in Provincia di Oristano, su iniziativa dell’Ass.ne Nazionale Città della Terra Cruda, ha commissionato ad un gruppo composto da ricercatori universitari e liberi professionisti, la redazione di linee guida per l’applicazione degli incentivi del Superbonus agli edifici dei propri centri storici. Il lavoro ha dimostrato che è possibile intervenire sull’edificato minore storico, anche usufruendo degli incentivi fiscali, nel rispetto dei vincoli di tutela. I risultati in termini di prestazione energetica sono di assoluto interesse, così come i benefici economici che ne derivano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.