The papyrus of Ani is universally recognised as one of the finest extant example, a "masterpiece", of Egyptian funerary art. Complete and largely intact, it is considered to be a reference model of the so-called Book of the Dead - or ‘Spells for going forth by day", as the ancient Egyptians called this collection of texts. The papyrus dates back to the 19th dynasty, around 1275 BC, and its provenance is probably Thebes, today's Luxor. Acquired in 1888 by the English Egyptologist Sir Ernest A. T Wallis Budge, it soon entered the collections of the Department of Egyptian Antiquities of the British Museum. The Book of the Dead, a kind of "guidebook" for the deceased for his/her life in the hereafter, first appeared in Thebes in the Second Intermediate Period (mainly from the 17th dynasty: 1600-1539 BC). Its purpose was to enable the deceased to go forth (‘during the day’) after his/her nocturnal journey through the underworld, the realm of Osiris. Thanks to its magical spells, the Book of the Dead was thus meant to provide the deceased with "magic tools" necessary to escape dangers and to become a blessed spirit. This papyrus, belonged to the royal scribe Ani, is remarkable both for the finesse of its execution and for the richness of the narrative it describes.

Il papiro di Ani è universalmente riconosciuto come una delle migliori testimonianze di arte funeraria egizia. Completo e in gran parte intatto, è considerato come un esemplare di riferimento del cosiddetto Libro dei Morti - o “Formule per uscire di giorno”, come gli antichi Egizi definivano questa raccolta di testi. Il papiro risale alla XIX dinastia, intorno al 1275 a.C., e si presume che provenga da Tebe, l'attuale Luxor. Acquisito nel 1888 dall'egittologo inglese Sir Ernest A. T Wallis Budge, entrò ben presto a far parte delle collezioni del Dipartimento di Antichità Egizie del British Museum. I Libri dei Morti, destinati ad accompagnare il defunto nell'aldilà, apparvero per la prima volta nella regione di Tebe nel Secondo Periodo Intermedio (soprattutto a partire dalla XVII dinastia: 1600-1539 a.C.). Il loro scopo era quello di consentire al defunto di uscire nuovamente sulla terra ("durante il giorno") dopo aver attraversato il mondo sotterraneo di Osiride durante la notte. Grazie alle sue formule magiche, il prezioso "Libro dei Morti" doveva quindi fornire al defunto le chiavi per sfuggire ai pericoli e, rigenerato, entrare in una nuova vita beata. Questa copia, destinata allo scriba reale Ani, è notevole sia per la finezza della sua esecuzione sia per l'ampiezza e la ricchezza della narrazione che descrive.

Le Livre des Morts d'Ani

Silvia Einaudi
2024-01-01

Abstract

The papyrus of Ani is universally recognised as one of the finest extant example, a "masterpiece", of Egyptian funerary art. Complete and largely intact, it is considered to be a reference model of the so-called Book of the Dead - or ‘Spells for going forth by day", as the ancient Egyptians called this collection of texts. The papyrus dates back to the 19th dynasty, around 1275 BC, and its provenance is probably Thebes, today's Luxor. Acquired in 1888 by the English Egyptologist Sir Ernest A. T Wallis Budge, it soon entered the collections of the Department of Egyptian Antiquities of the British Museum. The Book of the Dead, a kind of "guidebook" for the deceased for his/her life in the hereafter, first appeared in Thebes in the Second Intermediate Period (mainly from the 17th dynasty: 1600-1539 BC). Its purpose was to enable the deceased to go forth (‘during the day’) after his/her nocturnal journey through the underworld, the realm of Osiris. Thanks to its magical spells, the Book of the Dead was thus meant to provide the deceased with "magic tools" necessary to escape dangers and to become a blessed spirit. This papyrus, belonged to the royal scribe Ani, is remarkable both for the finesse of its execution and for the richness of the narrative it describes.
2024
9782386110108
Il papiro di Ani è universalmente riconosciuto come una delle migliori testimonianze di arte funeraria egizia. Completo e in gran parte intatto, è considerato come un esemplare di riferimento del cosiddetto Libro dei Morti - o “Formule per uscire di giorno”, come gli antichi Egizi definivano questa raccolta di testi. Il papiro risale alla XIX dinastia, intorno al 1275 a.C., e si presume che provenga da Tebe, l'attuale Luxor. Acquisito nel 1888 dall'egittologo inglese Sir Ernest A. T Wallis Budge, entrò ben presto a far parte delle collezioni del Dipartimento di Antichità Egizie del British Museum. I Libri dei Morti, destinati ad accompagnare il defunto nell'aldilà, apparvero per la prima volta nella regione di Tebe nel Secondo Periodo Intermedio (soprattutto a partire dalla XVII dinastia: 1600-1539 a.C.). Il loro scopo era quello di consentire al defunto di uscire nuovamente sulla terra ("durante il giorno") dopo aver attraversato il mondo sotterraneo di Osiride durante la notte. Grazie alle sue formule magiche, il prezioso "Libro dei Morti" doveva quindi fornire al defunto le chiavi per sfuggire ai pericoli e, rigenerato, entrare in una nuova vita beata. Questa copia, destinata allo scriba reale Ani, è notevole sia per la finezza della sua esecuzione sia per l'ampiezza e la ricchezza della narrazione che descrive.
Book of the Dead; Papyrus; British Museum
Libro dei Morti; Papiro; British Museum
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11584/423803
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