Nel corso della campagna oceanografica Paleocli.ge (Paleoclimatologia e Paleogeografia), effettuata nell'estate 1999 in ottica sedimentologica, geomorfologica e paleontologica, sono state indagate alcune aree interne al Parco Nazionale di La Maddalena. I risultati preliminari, ottenuti sulla base di profili sismici ad alta risoluzione (Sub Bottom Profiler-Chirp), sono riferiti in DeMuro et al. (2000). In questo lavoro sono riportati i primi dati inerenti ai sedimenti superficiali, raccolti con benna Van Veen, utilizzando natanti ed il supporto logistico della Base Logistica Operativa Navale del Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna. Eccettuato un Iembo di scisti che da Capo Ferro e dall'Isola delle Bisce si protende verso l'Isola Rossa di Caprera, l'arcipelago è costituito da formazioni granitiche erciniche con intrusioni filoniane acide e basiche. I numerosi filoni e le discontinuità tettoniche articolano a grande scala le isole dell'arcipelago ed il tratto settentrionale della costa sarda dando luogo a innumerevoli cale, promontori, isolotti, scogli e secche. A piccola scala, l'area marina prospiciente l'arcipelago appare modellata da una serie di strette depressioni entro le quali, fino in età post-wurmiana, scorrevano importanti corsi d'acqua con prevalente direzione Sud-Nord. Queste depressioni sono attualmente occupate da profondi e sinuosi bracci di mare, da secche e scogli che conferiscono alla costa la tipica conformazione a rias, con sottile copertura sedimentaria di differente spessore, entro la quale presumibilmente sono preservate testimonianze delle variazioni eustatiche e climatiche pleistocenico - oloceniche. I fondali dell'area di studio sono caratterizzati da un'ampia varietà tessiturale e composizionale dei sedimenti. All'interno di questa zona sono stati individuati vasti tratti di prateria di Posidonia, prevalentemente ubicati in prossimità delle coste sarde e delle isole maggiori sino a circa 20 m di profondità. Numerosi sono gli affioramenti subacquei del substrato roccioso ercinico. Nei principali canali interinsulari, interessati da maggior energia di fondo, i sedimenti sono costituiti in prevalenza da sabbie medie e fini con una componente terrigena grossolana sabbiosa e/o ghiaiosa percentualmente molto variabile. Diffuse risultano le sabbie bioclastiche ove la frazione grossolana è composta da frammenti di organismi calcarei quali briozoi, bivalvi e alghe corallinacee. In alcuni casi, particolarmente nelle baie protette o in luoghi dove l'energia di fondo risulta modesta, sono state riscontrate peliti molto sabbiose (Porto Palma e Golfo delle Saline). Pur nei limiti di una campionatura a larga maglia ed ancora in fase di integrazione, l'area risulta caratterizzata da una estrema variabilità spaziale della tessitura dei sedimenti, non riconducibile, se non in zone limitate, al modello di distribuzione tessiturale costa-largo indotto dalla progressiva attenuazione del moto ondoso sui fondali. Ciò a causa dell'estensione planimetrica e del complesso rapporto spaziale delle isole rispetto all'esposizione dei venti e dei mari regnanti e dominanti in zona. AI momento, il fattore idrodinamico prevalente sembra essere rappresentato dalle correnti di fondo, diversamente orientate e variabili di intensità a causa dell'articolazione dei bracci di mare e della estrema irregolarità e scabrosità dei fondali. La componente terrigena sembra essere poco rinnovata anche in prossimità delle coste a causa dell'attuale scarso drenaggio fluviale sia continentale che insulare. Il contributo terrigeno è imputabile principalmente al rimaneggiamento di corpi sedimentari relitti sui fondali ed ai processi di erosione costiera lungo i numerosi tratti di costa alta e la sua dispersione risulta essere confinata all'interno delle numerose e piccole unità fisiografiche riconosciute in zona.

VARIABILITA' TESSITURALE E DISTRIBUZIONE AREALE DEI SEDIMENTI SUPERFICIALI NELL'ARCIPELAGO DI LA MADDALENA (SARDEGNA SETTENTRIONALE): PRIMI RISCONTRI

DEMURO, SANDRO
2000-01-01

Abstract

Nel corso della campagna oceanografica Paleocli.ge (Paleoclimatologia e Paleogeografia), effettuata nell'estate 1999 in ottica sedimentologica, geomorfologica e paleontologica, sono state indagate alcune aree interne al Parco Nazionale di La Maddalena. I risultati preliminari, ottenuti sulla base di profili sismici ad alta risoluzione (Sub Bottom Profiler-Chirp), sono riferiti in DeMuro et al. (2000). In questo lavoro sono riportati i primi dati inerenti ai sedimenti superficiali, raccolti con benna Van Veen, utilizzando natanti ed il supporto logistico della Base Logistica Operativa Navale del Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna. Eccettuato un Iembo di scisti che da Capo Ferro e dall'Isola delle Bisce si protende verso l'Isola Rossa di Caprera, l'arcipelago è costituito da formazioni granitiche erciniche con intrusioni filoniane acide e basiche. I numerosi filoni e le discontinuità tettoniche articolano a grande scala le isole dell'arcipelago ed il tratto settentrionale della costa sarda dando luogo a innumerevoli cale, promontori, isolotti, scogli e secche. A piccola scala, l'area marina prospiciente l'arcipelago appare modellata da una serie di strette depressioni entro le quali, fino in età post-wurmiana, scorrevano importanti corsi d'acqua con prevalente direzione Sud-Nord. Queste depressioni sono attualmente occupate da profondi e sinuosi bracci di mare, da secche e scogli che conferiscono alla costa la tipica conformazione a rias, con sottile copertura sedimentaria di differente spessore, entro la quale presumibilmente sono preservate testimonianze delle variazioni eustatiche e climatiche pleistocenico - oloceniche. I fondali dell'area di studio sono caratterizzati da un'ampia varietà tessiturale e composizionale dei sedimenti. All'interno di questa zona sono stati individuati vasti tratti di prateria di Posidonia, prevalentemente ubicati in prossimità delle coste sarde e delle isole maggiori sino a circa 20 m di profondità. Numerosi sono gli affioramenti subacquei del substrato roccioso ercinico. Nei principali canali interinsulari, interessati da maggior energia di fondo, i sedimenti sono costituiti in prevalenza da sabbie medie e fini con una componente terrigena grossolana sabbiosa e/o ghiaiosa percentualmente molto variabile. Diffuse risultano le sabbie bioclastiche ove la frazione grossolana è composta da frammenti di organismi calcarei quali briozoi, bivalvi e alghe corallinacee. In alcuni casi, particolarmente nelle baie protette o in luoghi dove l'energia di fondo risulta modesta, sono state riscontrate peliti molto sabbiose (Porto Palma e Golfo delle Saline). Pur nei limiti di una campionatura a larga maglia ed ancora in fase di integrazione, l'area risulta caratterizzata da una estrema variabilità spaziale della tessitura dei sedimenti, non riconducibile, se non in zone limitate, al modello di distribuzione tessiturale costa-largo indotto dalla progressiva attenuazione del moto ondoso sui fondali. Ciò a causa dell'estensione planimetrica e del complesso rapporto spaziale delle isole rispetto all'esposizione dei venti e dei mari regnanti e dominanti in zona. AI momento, il fattore idrodinamico prevalente sembra essere rappresentato dalle correnti di fondo, diversamente orientate e variabili di intensità a causa dell'articolazione dei bracci di mare e della estrema irregolarità e scabrosità dei fondali. La componente terrigena sembra essere poco rinnovata anche in prossimità delle coste a causa dell'attuale scarso drenaggio fluviale sia continentale che insulare. Il contributo terrigeno è imputabile principalmente al rimaneggiamento di corpi sedimentari relitti sui fondali ed ai processi di erosione costiera lungo i numerosi tratti di costa alta e la sua dispersione risulta essere confinata all'interno delle numerose e piccole unità fisiografiche riconosciute in zona.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11584/43210
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact