Nell’ultimo decennio, nel panorama amministrativo europeo le pratiche di soft policies applicate alla gestione della qualità delle trasformazioni urbane e territoriali si sono moltiplicate. La rilevanza, il carattere innovativo e l’interesse della disciplina verso queste pratiche sono riscontrabili nell’esistenza di un’ampia bibliografia recente, internazionale e interdisciplinare. Autori e Istituzioni di rilievo nel corso dell’ultimo decennio hanno approfondito concetti come quelli di soft law (Trubek, Trubek, 2005), soft space (Faludi, 2013), soft planning (Cavaco, Costa, 2020), soft power (Carmona et al., 2023) definendo il campo del dibattito scientifico sul ruolo delle pratiche informali nei processi di gestione delle trasformazioni urbane. Un importante riferimento per l’analisi e la classificazione di soft policies orientate alla promozione della qualità progettuale nel panorama europeo è costituito dalla ricerca “Urban Maestro. New governance strategies for Urban Design”, finanziata nell’ambito del programma Horizon 2020 e condotta tra il 2019 e il 2021 da UN-Habitat, Bouwmeester Maître Architecte of Brussels (BMA), University College of London (UCL). In un’ottica di proof of concept, questo contributo vuole valutare attraverso il modello prodotto da Urban Maestro uno spaccato dello stato dell’arte in Italia, sulla base di quanto rappresentato nel “Rapporto sullo stato delle politiche per il paesaggio”, redatto nel 2017 dell’Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio. Il “Rapporto” presenta un ampio compendio di applicazione di momenti informali di costruzione congiunta del progetto condotti dalle Soprintendenze, che hanno dato luogo a risultati soddisfacenti e che danno prova di un profondo interesse sul tema anche da parte degli stessi Istituti deputati alla tutela del patrimonio culturale e del paesaggio. Attraverso la lettura dei casi contenuti nel citato “Rapporto” (MiBACT - Osservatorio Nazionale per la qualità del paesaggio, 2017) il presente contributo ha l’obiettivo di testare il modello Urban Maestro nel contesto italiano, valutando potenzialità e limiti delle soft policies per la gestione della qualità del progetto nel contesto culturale e amministrativo nazionale.
Verso una progettazione negoziata. Analisi di soft policies per la tutela del paesaggio attraverso il modello di “Urban Maestro”
Veronica Saddi
2024-01-01
Abstract
Nell’ultimo decennio, nel panorama amministrativo europeo le pratiche di soft policies applicate alla gestione della qualità delle trasformazioni urbane e territoriali si sono moltiplicate. La rilevanza, il carattere innovativo e l’interesse della disciplina verso queste pratiche sono riscontrabili nell’esistenza di un’ampia bibliografia recente, internazionale e interdisciplinare. Autori e Istituzioni di rilievo nel corso dell’ultimo decennio hanno approfondito concetti come quelli di soft law (Trubek, Trubek, 2005), soft space (Faludi, 2013), soft planning (Cavaco, Costa, 2020), soft power (Carmona et al., 2023) definendo il campo del dibattito scientifico sul ruolo delle pratiche informali nei processi di gestione delle trasformazioni urbane. Un importante riferimento per l’analisi e la classificazione di soft policies orientate alla promozione della qualità progettuale nel panorama europeo è costituito dalla ricerca “Urban Maestro. New governance strategies for Urban Design”, finanziata nell’ambito del programma Horizon 2020 e condotta tra il 2019 e il 2021 da UN-Habitat, Bouwmeester Maître Architecte of Brussels (BMA), University College of London (UCL). In un’ottica di proof of concept, questo contributo vuole valutare attraverso il modello prodotto da Urban Maestro uno spaccato dello stato dell’arte in Italia, sulla base di quanto rappresentato nel “Rapporto sullo stato delle politiche per il paesaggio”, redatto nel 2017 dell’Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio. Il “Rapporto” presenta un ampio compendio di applicazione di momenti informali di costruzione congiunta del progetto condotti dalle Soprintendenze, che hanno dato luogo a risultati soddisfacenti e che danno prova di un profondo interesse sul tema anche da parte degli stessi Istituti deputati alla tutela del patrimonio culturale e del paesaggio. Attraverso la lettura dei casi contenuti nel citato “Rapporto” (MiBACT - Osservatorio Nazionale per la qualità del paesaggio, 2017) il presente contributo ha l’obiettivo di testare il modello Urban Maestro nel contesto italiano, valutando potenzialità e limiti delle soft policies per la gestione della qualità del progetto nel contesto culturale e amministrativo nazionale.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
PROGETTARE DISORDINE_SADDI.pdf
Solo gestori archivio
Tipologia:
versione editoriale (VoR)
Dimensione
326.37 kB
Formato
Adobe PDF
|
326.37 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


