La genitorialità eterosessuale nei paesi occidentali è andata incontro a importanti trasformazioni: le donne affrontano la sfida di conciliare l’impegno familiare con il lavoro extradomestico e gli uomini si confrontano con una nuova paternità. Tuttavia, la responsabilità primaria delle madri rimane la cura dei figli, mentre l’impegno dei padri è limitato a un ruolo di supporto alla madre (Lorber, 1994; Nentwich, 2008; Sunderland, 2000). La genitorialità è ancora costruita secondo la logica binaria eterosessuale (Butler, 1990) che, attribuendo minore importanza al lavoro di cura, reitera la disparità di potere e l’egemonia maschile. I ruoli assunti in famiglia e nel mondo del lavoro sono il risultato dei significati attribuiti al genere che è riprodotto attraverso le pratiche quotidiane in un contesto di norme che sembrano naturali e non discutibili (West, Zimmerman, 1987). Il contributo analizza le pratiche discorsive di 20 coppie eterosessuali in attesa del primo figlio e mette in luce i repertori argomentativi e i dispositivi retorici responsabili della riproduzione o decostruzione delle asimmetrie di potere. Lo strumento per la produzione dei dati è un’intervista sulle aspettative relative alla distribuzione del carico familiare successiva alla nascita. I dati sono stati analizzati attraverso l’analisi del discorso (Potter, Wetherell, 1987) e l’analisi del discorso critica (Fairclough, Wodak, 1997). I risultati evidenziano l’aspirazione delle coppie a una distribuzione paritaria del carico familiare; tuttavia, ai “proclami egalitari” sono contrapposti dilemmaticamente i temi della predisposizione “naturale” delle donne alla cura e della maggiore importanza assunta dal lavoro retribuito per gli uomini. La struttura dilemmatica delle argomentazioni e i dispositivi retorici utilizzati per gestire i dilemmi si configurano come possibili responsabili della reificazione delle asimmetrie di potere tra i generi.
LA RIPRODUZIONE DELLE ASIMMETRIE DI POTERE TRA UOMINI E DONNE NELLE PRATICHE FAMILIARI
LASIO, DIEGO;SERRI, FRANCESCO
2012-01-01
Abstract
La genitorialità eterosessuale nei paesi occidentali è andata incontro a importanti trasformazioni: le donne affrontano la sfida di conciliare l’impegno familiare con il lavoro extradomestico e gli uomini si confrontano con una nuova paternità. Tuttavia, la responsabilità primaria delle madri rimane la cura dei figli, mentre l’impegno dei padri è limitato a un ruolo di supporto alla madre (Lorber, 1994; Nentwich, 2008; Sunderland, 2000). La genitorialità è ancora costruita secondo la logica binaria eterosessuale (Butler, 1990) che, attribuendo minore importanza al lavoro di cura, reitera la disparità di potere e l’egemonia maschile. I ruoli assunti in famiglia e nel mondo del lavoro sono il risultato dei significati attribuiti al genere che è riprodotto attraverso le pratiche quotidiane in un contesto di norme che sembrano naturali e non discutibili (West, Zimmerman, 1987). Il contributo analizza le pratiche discorsive di 20 coppie eterosessuali in attesa del primo figlio e mette in luce i repertori argomentativi e i dispositivi retorici responsabili della riproduzione o decostruzione delle asimmetrie di potere. Lo strumento per la produzione dei dati è un’intervista sulle aspettative relative alla distribuzione del carico familiare successiva alla nascita. I dati sono stati analizzati attraverso l’analisi del discorso (Potter, Wetherell, 1987) e l’analisi del discorso critica (Fairclough, Wodak, 1997). I risultati evidenziano l’aspirazione delle coppie a una distribuzione paritaria del carico familiare; tuttavia, ai “proclami egalitari” sono contrapposti dilemmaticamente i temi della predisposizione “naturale” delle donne alla cura e della maggiore importanza assunta dal lavoro retribuito per gli uomini. La struttura dilemmatica delle argomentazioni e i dispositivi retorici utilizzati per gestire i dilemmi si configurano come possibili responsabili della reificazione delle asimmetrie di potere tra i generi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.