Negli ultimi anni l’etica è diventata protagonista del dibattito economico. Si parla della necessità di una finanza etica, di etica degli affari, di etica del mercato. Ai buoni propositi non seguono, però, i fatti. In Economia canaglia Loretta Napoleoni descrive il volto oscuro del capitalismo globalizzato, che, contrariamente a quanto appare, non scaturisce da un desiderio di pace, democrazia, prosperità e dialogo, ma dall’azione spietata di soggetti spregiudicati. Nel lavoro di Napoleoni l’unica chance per la salvezza dell’uomo occidentale contemporaneo globalizzato sembra affidata ad un “Board di dotti religiosi” che vigila sul divieto di applicazione del tasso d’interesse, ma stabilisce la pena di morte per blasfemia o adulterio, che vieta la prostituzione, ma consente di prendere moglie con un contratto giornaliero. È forse più proficuo attingere al profondo dibattito filosofico-politico moderno e contemporaneo che passa per le opere di J. Locke, J.J. Russeau, E. Kant, A. Smith, J. Bentham, K. Marx, J. Rawls, A.K. Sen, solo per citare i più importanti. Tutti questi pensatori, al di là della loro visione non certo univoca, hanno cercato di individuare un’idea di etica il più possibile adeguata alla generale aspirazione alla giustizia dall’istituzionalismo trascendentale di Rawls alla comparazione centrata sulle realizzazioni concrete di Sen. Anche in politica economica, più che su buone intenzioni e su fatwa, l’etica si fonda sull’assumersi pienamente le proprie responsabilità verso gli altri: è innanzitutto un problema di assunzione in prima persona di responsabilità verso una collettività. Si tratta di quell’etica della responsabilità verso gli altri, che J. Derrida e E. Lévinas sviluppano al punto che l’etica stessa è identificata nella responsabilità verso l’altro. Non esistono sistemi economici morali o immorali per natura o per ispirazione divina, bensì sistemi economici che, per come si profilano i molteplici fini che l’uomo stesso si pone e su cui fonda la propria vita civile e il proprio destino, si determinano “sotto la guida, mai infallibile, della ragione”.
Economia canaglia. Il lato oscuro del nuovo ordine mondiale
MURINO, ANTONELLA
2012-01-01
Abstract
Negli ultimi anni l’etica è diventata protagonista del dibattito economico. Si parla della necessità di una finanza etica, di etica degli affari, di etica del mercato. Ai buoni propositi non seguono, però, i fatti. In Economia canaglia Loretta Napoleoni descrive il volto oscuro del capitalismo globalizzato, che, contrariamente a quanto appare, non scaturisce da un desiderio di pace, democrazia, prosperità e dialogo, ma dall’azione spietata di soggetti spregiudicati. Nel lavoro di Napoleoni l’unica chance per la salvezza dell’uomo occidentale contemporaneo globalizzato sembra affidata ad un “Board di dotti religiosi” che vigila sul divieto di applicazione del tasso d’interesse, ma stabilisce la pena di morte per blasfemia o adulterio, che vieta la prostituzione, ma consente di prendere moglie con un contratto giornaliero. È forse più proficuo attingere al profondo dibattito filosofico-politico moderno e contemporaneo che passa per le opere di J. Locke, J.J. Russeau, E. Kant, A. Smith, J. Bentham, K. Marx, J. Rawls, A.K. Sen, solo per citare i più importanti. Tutti questi pensatori, al di là della loro visione non certo univoca, hanno cercato di individuare un’idea di etica il più possibile adeguata alla generale aspirazione alla giustizia dall’istituzionalismo trascendentale di Rawls alla comparazione centrata sulle realizzazioni concrete di Sen. Anche in politica economica, più che su buone intenzioni e su fatwa, l’etica si fonda sull’assumersi pienamente le proprie responsabilità verso gli altri: è innanzitutto un problema di assunzione in prima persona di responsabilità verso una collettività. Si tratta di quell’etica della responsabilità verso gli altri, che J. Derrida e E. Lévinas sviluppano al punto che l’etica stessa è identificata nella responsabilità verso l’altro. Non esistono sistemi economici morali o immorali per natura o per ispirazione divina, bensì sistemi economici che, per come si profilano i molteplici fini che l’uomo stesso si pone e su cui fonda la propria vita civile e il proprio destino, si determinano “sotto la guida, mai infallibile, della ragione”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.