Nell’ambito di uno studio sulle comunità a foraminiferi bentonici provenienti da un’area marina costiera altamente industrializzata (Portovesme, Sardegna sud-occidentale) è stata osservata un’intensa attività microbioerosiva (immagini ESEM) sui gusci carbonatici, indotta da infestazione microbica (Cherchi et al., 2009). La microbioerosione è particolarmente evidente nei campioni provenienti dai siti che presentano maggior tasso di inquinamento, più prossimi al Polo Industriale, mentre è più scarsa o assente nei siti meno inquinati o non inquinati situati in posizione più distale. L’impatto degli inquinanti (metalli pesanti fra cui Fe, Mn, Pb, Zn, Cd, polveri sottili ed emanazioni di CO2) è stato evidenziato attraverso analisi mineralogiche e geochimiche eseguite sui sedimenti di fondo e sui gusci dei foraminiferi mediante diffrazione a raggi X, analisi al SEM-EDS e via ICPMS, previa digestione del campione con le metodologie descritte da Cherchi et al. (2009). La risposta dei foraminiferi bentonici agli agenti inquinanti è stata valutata quantitativamente su base statistica (indici biotici e Q-mode Cluster Analysis). In particolare è stata evidenziata una forte correlazione positiva tra la concentrazione dei metalli pesanti e i valori di Equitability (J); mentre dalla Cluster Analysis è emersa una netta separazione tra siti altamente inquinati in prossimità del Polo Industriale e siti più distali meno inquinati. La correlazione positiva tra dati biotici, mineralogici e geochimici ottenuti nell’area di Portovesme sembra suggerire l’ipotesi che lo stress ambientale, derivante dall’impatto degli agenti inquinanti, possa aver favorito l’instaurarsi di un microambiente estremo, atto allo sviluppo di comunità microbiche diversificate. Risultati preliminari hanno evidenziato tracce bioerosive selettive su gusci porcellanacei e ialini prodotte presumibilmente da differenti microrganismi. Nei campioni analizzati i gusci ialini presentano una più intensa bioerosione sviluppata soprattutto intorno ai pori, che appaiono spesso deformati, stirati e tra loro fusi in plaghe irregolari, con tracce di dissoluzione. Effetti bioerosivi similari, attribuiti all’azione batterica, sono stati descritti da Freiwald (1995) in Cibicides lobatulus. Il proseguo delle ricerche tenderà a definire: (i) la composizione delle comunità microbiche, (ii) la loro azione bioerosiva selettiva sulle diverse strutture dei gusci carbonatici e a fornire (iii) un contributo ai processi connessi alla loro biocorrosione.

Microborings in foraminiferi bentonici di un’area marina costiera altamente industrializzata: possibile correlazione tra infestazione microbica e inquinamento ambientale?

BUOSI, CARLA;DA PELO, STEFANIA;DE GIUDICI, GIOVANNI BATTISTA;IBBA, ANGELO
2010-01-01

Abstract

Nell’ambito di uno studio sulle comunità a foraminiferi bentonici provenienti da un’area marina costiera altamente industrializzata (Portovesme, Sardegna sud-occidentale) è stata osservata un’intensa attività microbioerosiva (immagini ESEM) sui gusci carbonatici, indotta da infestazione microbica (Cherchi et al., 2009). La microbioerosione è particolarmente evidente nei campioni provenienti dai siti che presentano maggior tasso di inquinamento, più prossimi al Polo Industriale, mentre è più scarsa o assente nei siti meno inquinati o non inquinati situati in posizione più distale. L’impatto degli inquinanti (metalli pesanti fra cui Fe, Mn, Pb, Zn, Cd, polveri sottili ed emanazioni di CO2) è stato evidenziato attraverso analisi mineralogiche e geochimiche eseguite sui sedimenti di fondo e sui gusci dei foraminiferi mediante diffrazione a raggi X, analisi al SEM-EDS e via ICPMS, previa digestione del campione con le metodologie descritte da Cherchi et al. (2009). La risposta dei foraminiferi bentonici agli agenti inquinanti è stata valutata quantitativamente su base statistica (indici biotici e Q-mode Cluster Analysis). In particolare è stata evidenziata una forte correlazione positiva tra la concentrazione dei metalli pesanti e i valori di Equitability (J); mentre dalla Cluster Analysis è emersa una netta separazione tra siti altamente inquinati in prossimità del Polo Industriale e siti più distali meno inquinati. La correlazione positiva tra dati biotici, mineralogici e geochimici ottenuti nell’area di Portovesme sembra suggerire l’ipotesi che lo stress ambientale, derivante dall’impatto degli agenti inquinanti, possa aver favorito l’instaurarsi di un microambiente estremo, atto allo sviluppo di comunità microbiche diversificate. Risultati preliminari hanno evidenziato tracce bioerosive selettive su gusci porcellanacei e ialini prodotte presumibilmente da differenti microrganismi. Nei campioni analizzati i gusci ialini presentano una più intensa bioerosione sviluppata soprattutto intorno ai pori, che appaiono spesso deformati, stirati e tra loro fusi in plaghe irregolari, con tracce di dissoluzione. Effetti bioerosivi similari, attribuiti all’azione batterica, sono stati descritti da Freiwald (1995) in Cibicides lobatulus. Il proseguo delle ricerche tenderà a definire: (i) la composizione delle comunità microbiche, (ii) la loro azione bioerosiva selettiva sulle diverse strutture dei gusci carbonatici e a fornire (iii) un contributo ai processi connessi alla loro biocorrosione.
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