Vengono passate in rassegna le informazioni sul prezzo dell’energia elettrica in Italia, da famiglie ed imprese. Secondo i dati Eurostat gli italiani pagano oggi l’elettricità più cara del mondo, abbondantemente sopra la media europea, siamo quasi al 50%, e quasi al 100% più cara di quella fornita in Francia. Si analizzano le cause degli alti prezzi nel nostro paese: il mix delle fonti energetiche da cui l’Italia si approvvigiona è fortemente sbilanciato verso i combustibili fossili, e recentemente va verso le energie alternative. Il nucleare è bandito da più di vent’anni. Dall’analisi della fattura energetica italiana in miliardi di euro tra il 2000 e il 2008, considerati i costi dei combustibili solidi, del gas e del petrolio (dal Rapporto Energia e Ambiente 2008, Enea) è evidente l’impennata della bolletta conseguente agli aumenti di prezzo dei combustibili fossili. L’andamento la dice lunga sulla fragilità del sistema Italia e della sua dipendenza da fattori esogeni incontrollabili. Infatti l’Italia ha consumi energetici pari a 195 Mtep e dipende per oltre l’85% dalle importazioni. L’Italia ha accettato il paradigma che sia opportuno investire di più nelle energie rinnovabili, la rivoluzione auspicata per il futuro, soprattutto nel solare termico e nei kWh da eolico e fotovoltaico, fermando la costruzione di nuove centrali nucleari e lasciando indietro quella delle centrali termoelettriche a carbone. La Germania, che potrebbe essere un esempio per l’Italia, malgrado l’enorme investimento nell’eolico elettricamente si alimenta a carbone, nucleare e gas per oltre il 90%. Si analizzano pertanto i costi delle fonti alternative di produzione di potenza in Europa. E’ indubbio che i privati e lo Stato debbano investire risorse nello studio di tecnologie sempre più efficienti per lo sfruttamento di sole e vento, mentre è dubbio che le risorse economiche e finanziarie debbano andare già oggi a questo settore per sanare lo sbilancio tra importazioni e produzione nazionale di energia primaria lorda. Vengono presi in considerazione i timori della popolazione per quanto riguarda sia la sicurezza delle centrali nucleari sia la messa a dimora delle scorie spente. E si considerano anche le preoccupazioni per ulteriori installazioni di centrali a combustibili fossili in quanto aumentano il budget di CO2 nell’aria. Si dimostra che i timori sono spesso esagerati se confrontati con le risultanze sperimentali e l’esperienza maturata in settant’anni di esercizio dei reattori. In definitiva l’articolo mette l’accento sul fatto che la Terra non va incontro ad alcuna catastrofe irreparabile per penuria delle fonti energetiche che non sia conseguenza di guerre o conflitti sociali insanabili. Si ribadisce che la Scienza e la Tecnica hanno gli strumenti per risolvere i problemi dell’umanità legati all’approvvigionamento energetico. E’ necessario però tenere separate la politica e la scienza. Ed è necessario che il desiderio di alcuni di far progredire una agenda di interessi politici e industriali non prevalga sulle ragioni della economia e della tecnologia, facilmente riscontrabili attraverso una attenta analisi di costi e benefici. Sarebbe opportuno che i cittadini venissero informati in modo meno allarmistico e che potessero quindi reagire in modo meno emotivo alle varie soluzioni sul tappeto.

Energia e Ambiente Motori dello Sviluppo

FLORIS, FRANCESCO
2010-01-01

Abstract

Vengono passate in rassegna le informazioni sul prezzo dell’energia elettrica in Italia, da famiglie ed imprese. Secondo i dati Eurostat gli italiani pagano oggi l’elettricità più cara del mondo, abbondantemente sopra la media europea, siamo quasi al 50%, e quasi al 100% più cara di quella fornita in Francia. Si analizzano le cause degli alti prezzi nel nostro paese: il mix delle fonti energetiche da cui l’Italia si approvvigiona è fortemente sbilanciato verso i combustibili fossili, e recentemente va verso le energie alternative. Il nucleare è bandito da più di vent’anni. Dall’analisi della fattura energetica italiana in miliardi di euro tra il 2000 e il 2008, considerati i costi dei combustibili solidi, del gas e del petrolio (dal Rapporto Energia e Ambiente 2008, Enea) è evidente l’impennata della bolletta conseguente agli aumenti di prezzo dei combustibili fossili. L’andamento la dice lunga sulla fragilità del sistema Italia e della sua dipendenza da fattori esogeni incontrollabili. Infatti l’Italia ha consumi energetici pari a 195 Mtep e dipende per oltre l’85% dalle importazioni. L’Italia ha accettato il paradigma che sia opportuno investire di più nelle energie rinnovabili, la rivoluzione auspicata per il futuro, soprattutto nel solare termico e nei kWh da eolico e fotovoltaico, fermando la costruzione di nuove centrali nucleari e lasciando indietro quella delle centrali termoelettriche a carbone. La Germania, che potrebbe essere un esempio per l’Italia, malgrado l’enorme investimento nell’eolico elettricamente si alimenta a carbone, nucleare e gas per oltre il 90%. Si analizzano pertanto i costi delle fonti alternative di produzione di potenza in Europa. E’ indubbio che i privati e lo Stato debbano investire risorse nello studio di tecnologie sempre più efficienti per lo sfruttamento di sole e vento, mentre è dubbio che le risorse economiche e finanziarie debbano andare già oggi a questo settore per sanare lo sbilancio tra importazioni e produzione nazionale di energia primaria lorda. Vengono presi in considerazione i timori della popolazione per quanto riguarda sia la sicurezza delle centrali nucleari sia la messa a dimora delle scorie spente. E si considerano anche le preoccupazioni per ulteriori installazioni di centrali a combustibili fossili in quanto aumentano il budget di CO2 nell’aria. Si dimostra che i timori sono spesso esagerati se confrontati con le risultanze sperimentali e l’esperienza maturata in settant’anni di esercizio dei reattori. In definitiva l’articolo mette l’accento sul fatto che la Terra non va incontro ad alcuna catastrofe irreparabile per penuria delle fonti energetiche che non sia conseguenza di guerre o conflitti sociali insanabili. Si ribadisce che la Scienza e la Tecnica hanno gli strumenti per risolvere i problemi dell’umanità legati all’approvvigionamento energetico. E’ necessario però tenere separate la politica e la scienza. Ed è necessario che il desiderio di alcuni di far progredire una agenda di interessi politici e industriali non prevalga sulle ragioni della economia e della tecnologia, facilmente riscontrabili attraverso una attenta analisi di costi e benefici. Sarebbe opportuno che i cittadini venissero informati in modo meno allarmistico e che potessero quindi reagire in modo meno emotivo alle varie soluzioni sul tappeto.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11584/100432
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact