L’intervento avvia una riflessione sugli espedienti linguistici impiegati nella seconda metà del Cinquecento nel discorso politico di area teramana attraverso l'esame dei verbali redatti durante le adunanze del Consiglio e del Parlamento. Le registrazioni delle assemblee consiliari tenute a fini consultivo-deliberativi rappresentano una fonte nota agli storici che se ne sono spesso serviti per tratteggiare la realtà politica municipale. Anche sul piano testuale le Consulte hanno da tempo guadagnato lo statuto di tipologia specifica attraverso cui indagare diversi aspetti storico-linguistici, tra cui in primis le tecniche della reportatio, ma anche - seppure in modo meno rappresentato negli studi - forme e modalità dell'oratoria politica, e in particolare del discorso deliberativo. L'indagine, condotta su documenti inediti reperiti in archivi locali, colma innanzitutto una lacuna documentaria per un dominio, come quello abruzzese, poco o nulla rappresentato per l'ambito istituzionale, che costituisce, all'altezza cronologica considerata, il settore privilegiato mediante il quale ricostruire strategie linguistiche e modelli formali del dibattito politico cittadino e della comunicazione pubblica. Dei verbali comunali si esaminano le risorse linguistiche rinvenibili nelle trascrizioni, effettuate dai cancellieri, dei discorsi pronunciati dai notabili della città alla rinchiera durante le sedute consiliari. La disamina riguarderà soprattutto le scelte lessicali e gli aspetti sintattico-testuali, con particolare attenzione ai costrutti espositivi e argomentativi, ai meccanismi pragmatici e agli artifici retorici, ed è condotta con l'intento da un lato di appurare convergenze con i fenomeni ritenuti propri dell'ars concionandi e dell'oratoria deliberativa, dall'altro di evidenziare peculiarità specifiche, connesse a fattori di ordine diatopico, diastratico e/o diafasico.
Forme del discorso politico di fine Cinquecento nei dibattiti alla "rinchiera" teramana
FRESU, RITA
2016-01-01
Abstract
L’intervento avvia una riflessione sugli espedienti linguistici impiegati nella seconda metà del Cinquecento nel discorso politico di area teramana attraverso l'esame dei verbali redatti durante le adunanze del Consiglio e del Parlamento. Le registrazioni delle assemblee consiliari tenute a fini consultivo-deliberativi rappresentano una fonte nota agli storici che se ne sono spesso serviti per tratteggiare la realtà politica municipale. Anche sul piano testuale le Consulte hanno da tempo guadagnato lo statuto di tipologia specifica attraverso cui indagare diversi aspetti storico-linguistici, tra cui in primis le tecniche della reportatio, ma anche - seppure in modo meno rappresentato negli studi - forme e modalità dell'oratoria politica, e in particolare del discorso deliberativo. L'indagine, condotta su documenti inediti reperiti in archivi locali, colma innanzitutto una lacuna documentaria per un dominio, come quello abruzzese, poco o nulla rappresentato per l'ambito istituzionale, che costituisce, all'altezza cronologica considerata, il settore privilegiato mediante il quale ricostruire strategie linguistiche e modelli formali del dibattito politico cittadino e della comunicazione pubblica. Dei verbali comunali si esaminano le risorse linguistiche rinvenibili nelle trascrizioni, effettuate dai cancellieri, dei discorsi pronunciati dai notabili della città alla rinchiera durante le sedute consiliari. La disamina riguarderà soprattutto le scelte lessicali e gli aspetti sintattico-testuali, con particolare attenzione ai costrutti espositivi e argomentativi, ai meccanismi pragmatici e agli artifici retorici, ed è condotta con l'intento da un lato di appurare convergenze con i fenomeni ritenuti propri dell'ars concionandi e dell'oratoria deliberativa, dall'altro di evidenziare peculiarità specifiche, connesse a fattori di ordine diatopico, diastratico e/o diafasico.File | Dimensione | Formato | |
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