Il saggio svolge un’indagine sul ruolo di primo piano svolto dai giornalisti della stampa quotidiana, delle riviste d’attualità e degli organi di informazione dei partiti e dei movimenti politici in qualità di critici, giudici, obiettori della politica francese di mantenimento, ed infine di abbandono dell’Algeria, protagonisti del percorso che coinvolse la Francia in una radicale trasformazione istituzionale per mettere fine alla sua condizione di impero coloniale. L’esame del ruolo del giornalismo a fronte delle azioni dello Stato francese verso un altro popolo che pretendeva di chiamare anch’esso francese per il solo fatto di averne invaso il territorio a partire dal 1830, e di aver decretato la sua assimilazione in nome dei principi di libertà e civiltà della Rivoluzione dell’89 che intendeva trasmettergli, segue qui due direttrici: la prima rivolta a richiamare alla memoria il comportamento della classe dirigente politica nei confronti degli avvenimenti in Nord Africa, ed in particolare della questione algerina tra il 1954 e il 1962; la seconda rivolta ad esaminare il giornalismo dei corrispondenti, reporter, e intellettuali, che avevano scelto di collaborare a quotidiani e settimanali per discutere le ragioni della permanenza francese nell’Africa del Nord e le modalità con le quali questa poteva considerarsi legittima, o al contrario totalmente arbitraria, “destinata” infine (proprio la parola “destino” emergerà frequentemente negli scritti di alcuni giornalisti) a concludersi con il riconoscimento dell’indipendenza dell’Algeria.
Il giornalismo di fronte alla questione coloniale francese: gli anni del cambiamento (1945-1962), in Letterature Straniere &, n. 12, anno 2010, pp. 187-224
PISANO, LAURA
2010-01-01
Abstract
Il saggio svolge un’indagine sul ruolo di primo piano svolto dai giornalisti della stampa quotidiana, delle riviste d’attualità e degli organi di informazione dei partiti e dei movimenti politici in qualità di critici, giudici, obiettori della politica francese di mantenimento, ed infine di abbandono dell’Algeria, protagonisti del percorso che coinvolse la Francia in una radicale trasformazione istituzionale per mettere fine alla sua condizione di impero coloniale. L’esame del ruolo del giornalismo a fronte delle azioni dello Stato francese verso un altro popolo che pretendeva di chiamare anch’esso francese per il solo fatto di averne invaso il territorio a partire dal 1830, e di aver decretato la sua assimilazione in nome dei principi di libertà e civiltà della Rivoluzione dell’89 che intendeva trasmettergli, segue qui due direttrici: la prima rivolta a richiamare alla memoria il comportamento della classe dirigente politica nei confronti degli avvenimenti in Nord Africa, ed in particolare della questione algerina tra il 1954 e il 1962; la seconda rivolta ad esaminare il giornalismo dei corrispondenti, reporter, e intellettuali, che avevano scelto di collaborare a quotidiani e settimanali per discutere le ragioni della permanenza francese nell’Africa del Nord e le modalità con le quali questa poteva considerarsi legittima, o al contrario totalmente arbitraria, “destinata” infine (proprio la parola “destino” emergerà frequentemente negli scritti di alcuni giornalisti) a concludersi con il riconoscimento dell’indipendenza dell’Algeria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.