In “a very strange guide” of Bahia, Jorge Amado proposes a selfdefinition that can also be used to explain an aspect, not secondary, of the narrative work by Leonardo Sciascia and Andrea Camilleri: “They tell what they lived, the hero of their books is the people, their goal is to achieve the future”. Sciascia, to talk about his first work (which will be entitled Le parrocchie di Regalpetra), uses the term “cronaca” (that appears in the title of the chapter “Cronache scolastiche”): chronicles of a village – Regalpetra – a place the writer knows very well, in its social and historical physiognomy, which he can write about, because he lived it. Camilleri, in the same way, not only in historical, civil, and crime novels, but also in writings of minor narrative structure, when not occasional, as may be the pages that describe some aspects of Porto Empedocle, in which the author explicitly qualifies herself as a witness (“I saw from my terrace”). Both Italian writers tell what they know – each with their own narrative strategy and with their own world view – and constitute the people as the hero of their books. More complex is to say if they consider (as the Brazilian writer) that the goal to be achieved is the future, and what it would mean, for one and the other, the idea of future: which its political and social tone is, which (and several) moods compose the concept, destined to innervate vivid narrative pages.

Nella “guida ben strana” di Bahia, Jorge Amado propone un’autodefinizione che può essere impiegata anche per spiegare un aspetto, non secondario, dell’opera narrativa di Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri: “Racconta quel che sa per averlo vissuto, eroe dei suoi libri è il popolo, la sua meta da raggiungere è l’avvenire”. Per dire del suo primo scritto (che prenderà il titolo Le parrocchie di Regalpetra), Sciascia impiega il termine “cronaca” (che compare nel titolo del capitolo “Cronache scolastiche”): cronache di un paese – Regalpetra – che lo scrittore conosce a fondo, nella fisionomia storica e sociale, e in relazione al quale può scrivere in quanto sa per averlo vissuto. Allo stesso modo Camilleri, nei romanzi storici e civili come in quelli polizieschi, ma anche in scritti di minore strutturazione narrativa, se non addirittura occasionali, come possono essere le pagine che descrivono alcuni aspetti di Porto Empedocle, implicitamente o esplicitamente si qualifica come testimone (“vidi dal mio balcone”). Anche i due scrittori italiani raccontano quello che sanno, dunque, e – ciascuno con la propria strategia narrativa e con la visione del mondo che gli appartiene – costituiscono il popolo quale eroe dei loro libri. Più complesso dire se (come lo scrittore brasiliano) ritengano che la meta da raggiungere sia l’avvenire e che cosa poi significhi, per l’uno e per l’altro, l’idea di avvenire: di quali tonalità politiche e sociali si colori, da quali (e diversissimi) umori sia composto quel concetto, destinato a innervare vivide pagine narrative

Sciascia e Camilleri tra Racconto e Cronaca Sociale

MARCI, GIUSEPPE
2016-01-01

Abstract

In “a very strange guide” of Bahia, Jorge Amado proposes a selfdefinition that can also be used to explain an aspect, not secondary, of the narrative work by Leonardo Sciascia and Andrea Camilleri: “They tell what they lived, the hero of their books is the people, their goal is to achieve the future”. Sciascia, to talk about his first work (which will be entitled Le parrocchie di Regalpetra), uses the term “cronaca” (that appears in the title of the chapter “Cronache scolastiche”): chronicles of a village – Regalpetra – a place the writer knows very well, in its social and historical physiognomy, which he can write about, because he lived it. Camilleri, in the same way, not only in historical, civil, and crime novels, but also in writings of minor narrative structure, when not occasional, as may be the pages that describe some aspects of Porto Empedocle, in which the author explicitly qualifies herself as a witness (“I saw from my terrace”). Both Italian writers tell what they know – each with their own narrative strategy and with their own world view – and constitute the people as the hero of their books. More complex is to say if they consider (as the Brazilian writer) that the goal to be achieved is the future, and what it would mean, for one and the other, the idea of future: which its political and social tone is, which (and several) moods compose the concept, destined to innervate vivid narrative pages.
2016
Nella “guida ben strana” di Bahia, Jorge Amado propone un’autodefinizione che può essere impiegata anche per spiegare un aspetto, non secondario, dell’opera narrativa di Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri: “Racconta quel che sa per averlo vissuto, eroe dei suoi libri è il popolo, la sua meta da raggiungere è l’avvenire”. Per dire del suo primo scritto (che prenderà il titolo Le parrocchie di Regalpetra), Sciascia impiega il termine “cronaca” (che compare nel titolo del capitolo “Cronache scolastiche”): cronache di un paese – Regalpetra – che lo scrittore conosce a fondo, nella fisionomia storica e sociale, e in relazione al quale può scrivere in quanto sa per averlo vissuto. Allo stesso modo Camilleri, nei romanzi storici e civili come in quelli polizieschi, ma anche in scritti di minore strutturazione narrativa, se non addirittura occasionali, come possono essere le pagine che descrivono alcuni aspetti di Porto Empedocle, implicitamente o esplicitamente si qualifica come testimone (“vidi dal mio balcone”). Anche i due scrittori italiani raccontano quello che sanno, dunque, e – ciascuno con la propria strategia narrativa e con la visione del mondo che gli appartiene – costituiscono il popolo quale eroe dei loro libri. Più complesso dire se (come lo scrittore brasiliano) ritengano che la meta da raggiungere sia l’avvenire e che cosa poi significhi, per l’uno e per l’altro, l’idea di avvenire: di quali tonalità politiche e sociali si colori, da quali (e diversissimi) umori sia composto quel concetto, destinato a innervare vivide pagine narrative
Leonardo Sciascia; Andrea Camilleri; short stories; social chronicle.
Leonardo Sciascia; Andrea Camilleri; racconto; cronaca sociale.
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