A partire dall’1.1.2005 il bilancio consolidato delle imprese quotate dovrà essere redatto in base ai principi contabili internazionali ed inoltre, anche le voci dei bilanci di società non quotate che appartengono ad aziende le cui azioni sono scambiate in borsa (queste ultime europee o meno) devono essere quantificate mediante il riferimento ai principi IAS. Lo IAS 19 disciplina la contabilizzazione dei “benefici ai dipendenti” ivi compresi schemi previdenziali e sanitari, nonché il TFR imponendo una valutazione condotta tramite una tecnica di tipo attuariale denominata “projected unit credit method” – PUM (art. 64 – 66); questa nuova metodologia inciderà profondamente sulla stesura dei bilanci delle imprese del nostro Paese. L’applicazione di questa tecnica internazionale di valutazione conduce a risultati diversi dal semplice accumulo contabile che figura nei bilanci d’esercizio redatti a fini civilistici dalle aziende italiane, e gli scarti che si originano devono essere inseriti in bilancio (soprattutto in sede di prima applicazione del principio) con procedure anch’esse statuite dai principi ontabili internazionali sanciti dallo IASB.

La valutazione del TFR in base allo IAS 19

MICOCCI, MARCO
2004-01-01

Abstract

A partire dall’1.1.2005 il bilancio consolidato delle imprese quotate dovrà essere redatto in base ai principi contabili internazionali ed inoltre, anche le voci dei bilanci di società non quotate che appartengono ad aziende le cui azioni sono scambiate in borsa (queste ultime europee o meno) devono essere quantificate mediante il riferimento ai principi IAS. Lo IAS 19 disciplina la contabilizzazione dei “benefici ai dipendenti” ivi compresi schemi previdenziali e sanitari, nonché il TFR imponendo una valutazione condotta tramite una tecnica di tipo attuariale denominata “projected unit credit method” – PUM (art. 64 – 66); questa nuova metodologia inciderà profondamente sulla stesura dei bilanci delle imprese del nostro Paese. L’applicazione di questa tecnica internazionale di valutazione conduce a risultati diversi dal semplice accumulo contabile che figura nei bilanci d’esercizio redatti a fini civilistici dalle aziende italiane, e gli scarti che si originano devono essere inseriti in bilancio (soprattutto in sede di prima applicazione del principio) con procedure anch’esse statuite dai principi ontabili internazionali sanciti dallo IASB.
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