Il saggio ricostruisce la genesi e la lavorazione del film di Giuseppe De Santis Italiani brava gente (1964), che narra la campagna militare italiana in Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale. Il film fu il primo a coproduzione ita-lo-sovietica e costituì un precedente per la firma nel 1967 dell’accordo intergovernativo. Il contributo rivela le connessioni e i cortocircuiti legati alle coproduzioni fra Est e Ovest nell’ambito della "Guerra Fredda culturale", seppure nella fase del-la coesistenza pacifica. Dal punto di vista creativo e culturale, alla volontà di fare un film sull’amicizia fra i due popoli, si aggiunse la rappresentazione del "cattivo tedesco" affermatasi, con finalità e modi differenti, in entrambi i paesi. A livello politico e ideologico la cooperazione fu messa in crisi dal riemergere fra i sovietici di un atteggiamento di sospetto verso il produttore italiano, che aveva ricevuto un finanziamento americano per realizzare il film, e anche verso il Pci, che aveva sostenuto il progetto. L’idea e la lavorazione del film testimoniano la volontà di con-solidare i buoni rapporti fra i due paesi negli anni Sessanta, rivelando al contempo una difficoltà comunicativa fra comunisti sovietici e italiani che nel corso del decennio si sarebbe palesata più chiaramente. L’esperienza di Italiani brava gente mostra comunque una cortina di ferro permeabile attraverso l’atteggiamento negoziale di tutti gli attori coinvolti.

Coesistenza pacifica e cooperazione culturale nella Guerra Fredda: il film Italiani brava gente e l’avvio delle coproduzioni italo-sovietiche

PISU, STEFANO
2016-01-01

Abstract

Il saggio ricostruisce la genesi e la lavorazione del film di Giuseppe De Santis Italiani brava gente (1964), che narra la campagna militare italiana in Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale. Il film fu il primo a coproduzione ita-lo-sovietica e costituì un precedente per la firma nel 1967 dell’accordo intergovernativo. Il contributo rivela le connessioni e i cortocircuiti legati alle coproduzioni fra Est e Ovest nell’ambito della "Guerra Fredda culturale", seppure nella fase del-la coesistenza pacifica. Dal punto di vista creativo e culturale, alla volontà di fare un film sull’amicizia fra i due popoli, si aggiunse la rappresentazione del "cattivo tedesco" affermatasi, con finalità e modi differenti, in entrambi i paesi. A livello politico e ideologico la cooperazione fu messa in crisi dal riemergere fra i sovietici di un atteggiamento di sospetto verso il produttore italiano, che aveva ricevuto un finanziamento americano per realizzare il film, e anche verso il Pci, che aveva sostenuto il progetto. L’idea e la lavorazione del film testimoniano la volontà di con-solidare i buoni rapporti fra i due paesi negli anni Sessanta, rivelando al contempo una difficoltà comunicativa fra comunisti sovietici e italiani che nel corso del decennio si sarebbe palesata più chiaramente. L’esperienza di Italiani brava gente mostra comunque una cortina di ferro permeabile attraverso l’atteggiamento negoziale di tutti gli attori coinvolti.
2016
Guerra Fredda culturale; Industria cinematografica; Coproduzioni cinematografiche internazionali; Relazioni italo-sovietiche; Coesistenza pacifica; Giuseppe De Santis
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S. PISU - COESISTENZA PACIFICA E COOPERAZIONE CULTURALE

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