Nella delicata fase di passaggio dalle modalità di trasmissione manoscritta al mondo dell’editoria, il destino dei romanzi cavallereschi nella Francia del Rinascimento è particolarmente travagliato. Da una parte, il genere continua a verdeggiare, soprattutto nelle versioni per i giovani: le storie di cappa e spada e il percorso di formazione dei suoi eroi si prestano a fornire abbondante materiale per la letteratura dell’infanzia, anche se c’è chi vi ravvisa una pericolosa esaltazione della violenza e audaci concessioni alla sensualità. Dall’altra parte, però, per quanto la critica umanistica lo percepisca come ormai superato, il cavalleresco riesce ancora, nelle mani di alcuni amanti delle atmosfere arturiane e carolinge, ad adattarsi alla nuova temperie culturale, giungendo persino a coniugarsi con le ultime correnti letterarie. Jean Maugin appartiene a quella schiera di “mediatori culturali” che non disdegna l’eredità medievale, ma che la risignifica attraverso la restaurata lezione dei Classici. Con il suo Nouveau Tristan (1554), Maugin risponde proprio a quest’esigenza antiquaria: riscrivere il proprio ipotesto, il Tristan en prose, l’immensa summa arturiana della Francia duecentesca, significa annullare ogni distanza temporale e culturale con gli Antichi e fare di Tristano il modello del principe rinascimentale, cultore degli studia humanitatis e fautore del ritorno alle Muse.
«La difference du vieil rommant à nostre histoire renouvelée»: il Nouveau Tristan (1554) di Jean Maugin tra Antichi e Moderni
MURGIA, GIULIA
2017-01-01
Abstract
Nella delicata fase di passaggio dalle modalità di trasmissione manoscritta al mondo dell’editoria, il destino dei romanzi cavallereschi nella Francia del Rinascimento è particolarmente travagliato. Da una parte, il genere continua a verdeggiare, soprattutto nelle versioni per i giovani: le storie di cappa e spada e il percorso di formazione dei suoi eroi si prestano a fornire abbondante materiale per la letteratura dell’infanzia, anche se c’è chi vi ravvisa una pericolosa esaltazione della violenza e audaci concessioni alla sensualità. Dall’altra parte, però, per quanto la critica umanistica lo percepisca come ormai superato, il cavalleresco riesce ancora, nelle mani di alcuni amanti delle atmosfere arturiane e carolinge, ad adattarsi alla nuova temperie culturale, giungendo persino a coniugarsi con le ultime correnti letterarie. Jean Maugin appartiene a quella schiera di “mediatori culturali” che non disdegna l’eredità medievale, ma che la risignifica attraverso la restaurata lezione dei Classici. Con il suo Nouveau Tristan (1554), Maugin risponde proprio a quest’esigenza antiquaria: riscrivere il proprio ipotesto, il Tristan en prose, l’immensa summa arturiana della Francia duecentesca, significa annullare ogni distanza temporale e culturale con gli Antichi e fare di Tristano il modello del principe rinascimentale, cultore degli studia humanitatis e fautore del ritorno alle Muse.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Murgia 2017. «La difference du vieil Rommant à nostre histoire renouvelée». il Nouveau Tristan (1554) di Jean Maugin tra Antichi e Moderni.pdf
Solo gestori archivio
Descrizione: Capitolo
Tipologia:
versione editoriale (VoR)
Dimensione
254.55 kB
Formato
Adobe PDF
|
254.55 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.