L’A. affronta il tema del documento periferico evidenziando la rilevanza che esso assume nell’età delle riforme illuministiche per la comprensione dei processi di mediazione tra monarchia e ceti, apparati burocratici e comunità. Per opera di una ristretta élite di funzionari che mediano tra la volontà politica della monarchia e le esigenze dei ceti territoriali, i processi politici in atto vengono adattati, ricostruiti e spiegati in conformità alle esigenze ed alle spettative del Principe. La realtà che giunge nelle ovattate stanze ministeriali è dunque spesso deformate e parziale. Per interpretare correttamente la dinamica del mutamento, il successo o il fallimento dei progetti di riforma e rilevare mentalità e comportamente che emergono da una multiforme realtà sociale è necessario procedere ad una sistematica comparazione tra quei documenti prodotti in periferia che esprimono bisogni reali e prospettano problemi e soluzioni e la rielaborazioni cha fa di esse la burocrazia prima di inviarli al centro. Nello studio dei processi sociali, l’esistenza di un filtro burocratico, capace di modificare e distorcere la realtà, rende dunque la documentazione locale particolarmente preziosa e insostituibile. Evidenziando comportamenti, mentalità, resistenze essa consente infatti di capire molto meglio le ragioni del successo o del fallimento dei progetti elaborati dal sovrano per la “felicità “ dei sudditi.
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Titolo: | Tra storia e storiografia: il documento periferico | |
Autori: | ||
Data di pubblicazione: | 2006 | |
Rivista: | ||
Abstract: | L’A. affronta il tema del documento periferico evidenziando la rilevanza che esso assume nell’età delle riforme illuministiche per la comprensione dei processi di mediazione tra monarchia e ceti, apparati burocratici e comunità. Per opera di una ristretta élite di funzionari che mediano tra la volontà politica della monarchia e le esigenze dei ceti territoriali, i processi politici in atto vengono adattati, ricostruiti e spiegati in conformità alle esigenze ed alle spettative del Principe. La realtà che giunge nelle ovattate stanze ministeriali è dunque spesso deformate e parziale. Per interpretare correttamente la dinamica del mutamento, il successo o il fallimento dei progetti di riforma e rilevare mentalità e comportamente che emergono da una multiforme realtà sociale è necessario procedere ad una sistematica comparazione tra quei documenti prodotti in periferia che esprimono bisogni reali e prospettano problemi e soluzioni e la rielaborazioni cha fa di esse la burocrazia prima di inviarli al centro. Nello studio dei processi sociali, l’esistenza di un filtro burocratico, capace di modificare e distorcere la realtà, rende dunque la documentazione locale particolarmente preziosa e insostituibile. Evidenziando comportamenti, mentalità, resistenze essa consente infatti di capire molto meglio le ragioni del successo o del fallimento dei progetti elaborati dal sovrano per la “felicità “ dei sudditi. | |
Handle: | http://hdl.handle.net/11584/23771 | |
Tipologia: | 1.1 Articolo in rivista |