Verso Roma dopo la Restaurazione. Efisio Luigi Tocco, l'archeologia e l'architettura

In the cultural community of Rome, center of international interests in the twenties and thirties of the nineteenth century, Efisio Luigi Tocco trained and lived his first experiences as an architect and archaeologist. He studied Roman antiquity and the classics and wrote over sixty articles and monographs by 1874. He was a citizen of Cagliari and lived for over fifty years in Rome where he became friend with important cultural figures of the time. He founded an original Archaeological Excavation Company, and explored Lazio estates of important aristocratic families. According to classical principles, he designed the first aqueducts for Cagliari and Sassari, then a suspension bridge, supported by specialized companies of capital and business. Countered in his homeland, he rightly denounced the presence of over two-hundred fake ancient bronzes in the Royal Archaeological Museum of Cagliari, and therefore faced an scientific exile- In its late years, also as a member of the Roman Superintendence of Excavations and Antiquities and Conservation of Monuments, he challenged the interventionist political forces of the new Italian capital to defend the ancient heritage, its true reason for living.

Negli ambienti culturali al centro di interessi internazionali della Roma degli anni Venti e Trenta dell’Ottocento, Efisio Luigi Tocco si forma e vive le sue prime esperienze di architetto e archeologo. Studia le antichità romane e i classici e scrive, fino al 1874, oltre sessanta tra articoli e monografie. Cittadino cagliaritano, vive per oltre cinquant’anni a Roma dove stringe amicizia con importanti esponenti della cultura del tempo, fonda una originale Società di scavi archeologici, esplora le tenute laziali delle grandi famiglie aristocratiche. Secondo principi classici progetta i primi acquedotti per Cagliari e Sassari, quindi un ponte sospeso, supportato da apposite Società di capitale e impresa. Contrastato in patria, denuncia a ragione l’esistenza di oltre duecento falsi bronzetti antichi presenti nel Reale Museo Archeologico di Cagliari, affronta quindi un esilio di carattere scientifico. Nella sua tarda età, anche da membro della romana Soprintendenza degli scavi e delle antichità e conservazione dei monumenti, senza timore verso l’interventismo delle forze politiche della nuova Capitale, si erge a difesa del patrimonio antico, sua vera ragione di vita.