Fin dagli anni ottanta Paolo Fabbri ci ha insegnato che il discorso politico è un discorso in campo, fatto non semplicemente per rappresentare il mondo ma per trasformare gli uomini e le relazioni fra uomini. A testimonianza della validità e fecondità di questi ragionamenti vorremmo prendere come caso di studio un genere di enunciazioni – atti espressivi, espressioni attive – che, ad uno sguardo ingenuo, dovrebbero segnare la negazione della dimensione agonistica dell’agire sociale: ovvero i trattati di pace. Più nello specifico vorremmo prendere in esame due testi che ci provengono dalla storia della Sardegna medievale. Come vedremo si tratta di due testi strettamente collegati fra di loro. Due testi che, come si capirà, segnano in profondità la storia della Sardegna e lo fanno proprio in quanto campi di battaglia: terreno in cui si dispongono e ridefiniscono i soggetti e i valori in gioco in un conflitto difficile da riconoscere, ieri come oggi, proprio perché ha fra le sue principali poste in gioco proprio il riconoscimento fra i soggetti in lotta e dunque la riconoscibilità della loro posizione nelle gerarchie del potere medievale. Come si vedrà questa analisi storico-discorsiva , che per motivi di spazio e scopo si concentrerà sulla dimensione dell’auto-definizione dei soggetti in conflitto, aprirà su più generali considerazioni teoriche su cui torneremo in chiusura.
La "pace" come campo di battaglia
Francesco Sedda
2019-01-01
Abstract
Fin dagli anni ottanta Paolo Fabbri ci ha insegnato che il discorso politico è un discorso in campo, fatto non semplicemente per rappresentare il mondo ma per trasformare gli uomini e le relazioni fra uomini. A testimonianza della validità e fecondità di questi ragionamenti vorremmo prendere come caso di studio un genere di enunciazioni – atti espressivi, espressioni attive – che, ad uno sguardo ingenuo, dovrebbero segnare la negazione della dimensione agonistica dell’agire sociale: ovvero i trattati di pace. Più nello specifico vorremmo prendere in esame due testi che ci provengono dalla storia della Sardegna medievale. Come vedremo si tratta di due testi strettamente collegati fra di loro. Due testi che, come si capirà, segnano in profondità la storia della Sardegna e lo fanno proprio in quanto campi di battaglia: terreno in cui si dispongono e ridefiniscono i soggetti e i valori in gioco in un conflitto difficile da riconoscere, ieri come oggi, proprio perché ha fra le sue principali poste in gioco proprio il riconoscimento fra i soggetti in lotta e dunque la riconoscibilità della loro posizione nelle gerarchie del potere medievale. Come si vedrà questa analisi storico-discorsiva , che per motivi di spazio e scopo si concentrerà sulla dimensione dell’auto-definizione dei soggetti in conflitto, aprirà su più generali considerazioni teoriche su cui torneremo in chiusura.File | Dimensione | Formato | |
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