Una delle conseguenze del multiculturalismo è l'aumento, davanti ai giudici, di casi in cui la "cultura" è invocata per giustificare pratiche e comportamenti di immigrati o altre minoranze culturali. L'articolo analizza le tecniche giuridiche che le Corti di vari ordinamenti hanno elaborato per strutturare l'argomentazione quando la cultura è considerata un elemento giuridicamente rilevante. In particolare, analizza come diversi giudici, sia nazionali che sovranazionali, abbiano elaborato una tecnica particolarmente sofisticata denominata “test culturale” o, in certi casi, “test religioso” che ha lo scopo di sottoporre l’accertamento delle condizioni alle quali dare rilevanza alla cultura, a requisiti pre-determinati in modo rigoroso. Tra tali requisiti, i test descritti impongono, ad esempio: che il giudice descriva accuratamente la pratica culturale; che accerti il suo livello di obbligatorietà; che verifichi quanto il soggetto che vuole perpetuare quella pratica sia sincero. In alcuni test si effettua un accertamento sulle origine storiche della pratica culturale escludendosi pratiche nate dopo un certo periodo o si pretende che la cultura presenti un certo livello di autenticità e di diversità rispetto a quella maggioritaria. I test culturali esaminati presentano diversi difetti, spesso dati da idee di cultura antropologicamente datate, che il giudice fa proprie senza un’accurata riflessione. In tal senso, l’articolo auspica un rinnovato dialogo interdisciplinare tra diritto e antropologia per evitare che vecchi errori degli antropologi sul concetto di cultura divengano oggi nuovi errori dei giuristi. Dopo aver analizzato, ricorrendo al metodo comparato e casistico, diversi esempi di conflitti multiculturali risolti applicando i test, l’articolo sostiene che un nuovo test culturale dovrebbe governare l’argomentazione giuridica e avanza una proposta in tal senso. L’articolo ha vinto il primo premio come miglior saggio al concorso della rivista Quaderni Costituzionali 2010 sul tema "Eguaglianza e diversità".
Test e argomenti culturali nella giurisprudenza italiana e comparata
RUGGIU, ILENIA
2010-01-01
Abstract
Una delle conseguenze del multiculturalismo è l'aumento, davanti ai giudici, di casi in cui la "cultura" è invocata per giustificare pratiche e comportamenti di immigrati o altre minoranze culturali. L'articolo analizza le tecniche giuridiche che le Corti di vari ordinamenti hanno elaborato per strutturare l'argomentazione quando la cultura è considerata un elemento giuridicamente rilevante. In particolare, analizza come diversi giudici, sia nazionali che sovranazionali, abbiano elaborato una tecnica particolarmente sofisticata denominata “test culturale” o, in certi casi, “test religioso” che ha lo scopo di sottoporre l’accertamento delle condizioni alle quali dare rilevanza alla cultura, a requisiti pre-determinati in modo rigoroso. Tra tali requisiti, i test descritti impongono, ad esempio: che il giudice descriva accuratamente la pratica culturale; che accerti il suo livello di obbligatorietà; che verifichi quanto il soggetto che vuole perpetuare quella pratica sia sincero. In alcuni test si effettua un accertamento sulle origine storiche della pratica culturale escludendosi pratiche nate dopo un certo periodo o si pretende che la cultura presenti un certo livello di autenticità e di diversità rispetto a quella maggioritaria. I test culturali esaminati presentano diversi difetti, spesso dati da idee di cultura antropologicamente datate, che il giudice fa proprie senza un’accurata riflessione. In tal senso, l’articolo auspica un rinnovato dialogo interdisciplinare tra diritto e antropologia per evitare che vecchi errori degli antropologi sul concetto di cultura divengano oggi nuovi errori dei giuristi. Dopo aver analizzato, ricorrendo al metodo comparato e casistico, diversi esempi di conflitti multiculturali risolti applicando i test, l’articolo sostiene che un nuovo test culturale dovrebbe governare l’argomentazione giuridica e avanza una proposta in tal senso. L’articolo ha vinto il primo premio come miglior saggio al concorso della rivista Quaderni Costituzionali 2010 sul tema "Eguaglianza e diversità".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.