Il coronavirus si è presentato nelle nostre vite come un vero e proprio "incidente", anche perché la portata dei suoi effetti è tale da presentarsi come inedita per la stragrande maggioranza delle persone oggi viventi sul pianeta: l'ultima pandemia comparabile è stata infatti l'influenza spagnola del 1918-1920. Se da un lato la crisi, dando centralità alla scienza e alla ricerca medica, ha enfatizzato la dimensione globale del fenomeno, dall'altro la concretezza delle scelte istituzionali messe in campo per affrontare la minaccia rappresentata dal Covid-19 ha reso tangibile il diverso rapporto culturale di governi e società davanti al rischio. È significativo, in tal senso, che nel giro di poche settimane il dibattito sul Covid-19 abbia accolto ricostruzioni storico-antropologiche sul modo in cui luoghi e culture specifiche hanno in passato risposto alle pandemie. Di qui la nostra idea di tentare uno scavo semiotico sul tema, che prende a riferimento il modello dei regimi del senso sviluppato da Eric Landowski nel suo libro "Rischiare nelle interazioni", che qui torceremo alle nostre esigenze. Partendo da concreti casi di studio (Cina, Corea del Sud, USA, UK, Brasile, Italia, Germania, Nuova Zelanda, Grecia, Svezia, India ecc.) vedremo dunque come i quattro regimi dell’aleatorietà, dell’aggiustamento, della manipolazione e della programmazione si traducono in tipi di risposte al rischio (negazione, convivenza, contenimento, eliminazione), modalità d’interazione fra governanti e governati (confusione, responsabilizzazione, motivazione, controllo) e forme di articolazione dei collettivi (individualità, cittadinanza, popolo, popolazione).

Il virus, gli stati, i collettivi: interazioni semiopolitiche

Sedda, F.
2020-01-01

Abstract

Il coronavirus si è presentato nelle nostre vite come un vero e proprio "incidente", anche perché la portata dei suoi effetti è tale da presentarsi come inedita per la stragrande maggioranza delle persone oggi viventi sul pianeta: l'ultima pandemia comparabile è stata infatti l'influenza spagnola del 1918-1920. Se da un lato la crisi, dando centralità alla scienza e alla ricerca medica, ha enfatizzato la dimensione globale del fenomeno, dall'altro la concretezza delle scelte istituzionali messe in campo per affrontare la minaccia rappresentata dal Covid-19 ha reso tangibile il diverso rapporto culturale di governi e società davanti al rischio. È significativo, in tal senso, che nel giro di poche settimane il dibattito sul Covid-19 abbia accolto ricostruzioni storico-antropologiche sul modo in cui luoghi e culture specifiche hanno in passato risposto alle pandemie. Di qui la nostra idea di tentare uno scavo semiotico sul tema, che prende a riferimento il modello dei regimi del senso sviluppato da Eric Landowski nel suo libro "Rischiare nelle interazioni", che qui torceremo alle nostre esigenze. Partendo da concreti casi di studio (Cina, Corea del Sud, USA, UK, Brasile, Italia, Germania, Nuova Zelanda, Grecia, Svezia, India ecc.) vedremo dunque come i quattro regimi dell’aleatorietà, dell’aggiustamento, della manipolazione e della programmazione si traducono in tipi di risposte al rischio (negazione, convivenza, contenimento, eliminazione), modalità d’interazione fra governanti e governati (confusione, responsabilizzazione, motivazione, controllo) e forme di articolazione dei collettivi (individualità, cittadinanza, popolo, popolazione).
2020
Covid-19; Virus; Semiotica; Politica; Istituzioni; Comunicazione
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