Il governo di una città va oltre a quello che fanno l’amministrazione comunale e i diversi soggetti pubblici e privati proprietari del patrimonio immobiliare. Associazioni, collettivi sportivi, gruppi volontari, comitati, piccole comunità di scambio, di aiuto, ma anche professionisti e piccole imprese sono soggetti portatori di innovazione che possono assumere un ruolo nelle dinamiche di sviluppo locale. Sono energie che devono essere incoraggiate e messe in rete, per poter divenire complementari alle attività economiche e socio-culturali tradizionali e creare nuove opportunità di sviluppo, lavoro, turismo, una città viva e vivace per chi la abita e per chi la visita. A partire da queste considerazioni, il presente articolo propone un progetto pilota per un nuovo uso degli spazi pubblici della città, in grado di intercettare la domanda degli operatori culturali e attivare un processo di gestione sostenibile del patrimonio. In questo contesto, il quartiere viene interpretato come piattaforma di condivisione dello spazio, un “NeighborHub” che amplifica la concezione del tradizionale Community Hub. Una rete di attività e servizi multi-livello flessibile, incrementale, replicabile, e per questo antifragile, in grado di modificarsi costantemente sotto la spinta di rinnovate necessità. Per verificarne potenzialità e criticità, si propone un’applicazione del modello ai quartieri di Is Mirrionis e San Michele nella città di Cagliari che offrono un caso studio significativo. Si tratta, infatti, di un quartiere a prevalente composizione “popolare” in cui all’ampia dotazione di spazi pubblici non corrisponde un’adeguata offerta di servizi. Un quartiere dove nuove attività socio-culturali potrebbero rappresentare un’importante occasione di rigenerazione urbana e sociale.

NeighbourHub. Un circuito aperto di spazi per usi temporanei e a rotazione, per un distretto culturale diffuso nei quartieri di Is Mirrionis e San Michele a Cagliari

Ivan Blečić
Co-primo
;
Valeria Saiu
Co-primo
2020-01-01

Abstract

Il governo di una città va oltre a quello che fanno l’amministrazione comunale e i diversi soggetti pubblici e privati proprietari del patrimonio immobiliare. Associazioni, collettivi sportivi, gruppi volontari, comitati, piccole comunità di scambio, di aiuto, ma anche professionisti e piccole imprese sono soggetti portatori di innovazione che possono assumere un ruolo nelle dinamiche di sviluppo locale. Sono energie che devono essere incoraggiate e messe in rete, per poter divenire complementari alle attività economiche e socio-culturali tradizionali e creare nuove opportunità di sviluppo, lavoro, turismo, una città viva e vivace per chi la abita e per chi la visita. A partire da queste considerazioni, il presente articolo propone un progetto pilota per un nuovo uso degli spazi pubblici della città, in grado di intercettare la domanda degli operatori culturali e attivare un processo di gestione sostenibile del patrimonio. In questo contesto, il quartiere viene interpretato come piattaforma di condivisione dello spazio, un “NeighborHub” che amplifica la concezione del tradizionale Community Hub. Una rete di attività e servizi multi-livello flessibile, incrementale, replicabile, e per questo antifragile, in grado di modificarsi costantemente sotto la spinta di rinnovate necessità. Per verificarne potenzialità e criticità, si propone un’applicazione del modello ai quartieri di Is Mirrionis e San Michele nella città di Cagliari che offrono un caso studio significativo. Si tratta, infatti, di un quartiere a prevalente composizione “popolare” in cui all’ampia dotazione di spazi pubblici non corrisponde un’adeguata offerta di servizi. Un quartiere dove nuove attività socio-culturali potrebbero rappresentare un’importante occasione di rigenerazione urbana e sociale.
2020
978-84-09-20369-7
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