La questione di un "diritto all'ambiente", di là dal risultare lungamente dibattuta, è verosimilmente destinata a rimanere irrisolta per come invalsa in ambito giurisprudenziale, dal momento che pare frutto di un approccio di metodo (ai problemi giuridici in genere) di stampo "scolastico": fondato su "concetti-sostanza" (a partire da quelli di diritto soggettivo e di ambiente) e poco incline a tenere nel debito conto il condizionamento esercitato dalle dimensioni spazio-temporali che di volta in volta dovrebbero assumersi a riferimento (in termini di istanze rivolte dal dato di esperienza, per come recepibili dall'ordinamento e da quest'ultimo "restituite"). Laddove, è parso più proficuo l'impostare il problema nell'ottica della "doverosità" intrinseca alle situazioni giuridiche soggettive, avendo riguardo altresì alle differenze di valore di volta in volta riconducibili ai rapporti fra principi antinomici (es. tipico, quello sintetizzato nella locuzione "sviluppo sostenibile"), assecondando una logica funzionalista (sensibile alle rationes cui la disciplina di volta in volta sia improntata) che (come tali) finiscono col riflettersi sulle possibilità di una concezione poliedrica di ambiente.
La vexata quaestio del diritto all'ambiente. Contributo ad un superamento sul versante pubblicistico
Paolo Cotza
2020-01-01
Abstract
La questione di un "diritto all'ambiente", di là dal risultare lungamente dibattuta, è verosimilmente destinata a rimanere irrisolta per come invalsa in ambito giurisprudenziale, dal momento che pare frutto di un approccio di metodo (ai problemi giuridici in genere) di stampo "scolastico": fondato su "concetti-sostanza" (a partire da quelli di diritto soggettivo e di ambiente) e poco incline a tenere nel debito conto il condizionamento esercitato dalle dimensioni spazio-temporali che di volta in volta dovrebbero assumersi a riferimento (in termini di istanze rivolte dal dato di esperienza, per come recepibili dall'ordinamento e da quest'ultimo "restituite"). Laddove, è parso più proficuo l'impostare il problema nell'ottica della "doverosità" intrinseca alle situazioni giuridiche soggettive, avendo riguardo altresì alle differenze di valore di volta in volta riconducibili ai rapporti fra principi antinomici (es. tipico, quello sintetizzato nella locuzione "sviluppo sostenibile"), assecondando una logica funzionalista (sensibile alle rationes cui la disciplina di volta in volta sia improntata) che (come tali) finiscono col riflettersi sulle possibilità di una concezione poliedrica di ambiente.File | Dimensione | Formato | |
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