Le trasformazioni dell'impresa e le innovazioni tecnologiche sono alla base del fenomeno, comune in tutti gli ordinamenti giuridici, dell'aumento del lavoro autonomo, che è composto da un grande numero di lavoratori autonomi economicamente dipendenti. In questo quadro aumentano le istanze di protezione da parte dei lavoratori autonomi, alle quali gli ordinamenti giuridici non sono in grado di rispondere, se non aumentando le fattispecie giuridiche, sia attraverso l'introduzione di una categoria tra il lavoro autonomo e il lavoro subordinato, sia attraverso l'interpretazione giurisprudenziale che, non senza difficoltà, applica i tradizionali test di qualificazione del rapporto di lavoro. Anche l'Unione europea mostra un atteggiamento ambivalente nei confronti del lavoro autonomo: da una parte riconosce, nel Pilastro europeo dei diritti sociali, il diritto dei lavoratori autonomi a una protezione sociale minima, dall'altra, nella giurisprudenza recente della CGUE, non riconosce l'esenzione dal controllo del rispetto delle norme sulla concorrenza, di cui all'art. 1 O 1 del TFUE, al contratto collettivo dei lavoratori autonomi che fissa tariffe salariali minime. Si propone un alternativo approccio teorico: da una parte l'idea di fondare il riconoscimento delle tutele dei lavoratori autonomi sulla base dei rischi sociali ai quali gli stessi sono esposti, e dall'altra la necessità di un contratto collettivo sulla base della teoria del contratto di lavoro autonomo come contratto relazionale, al pari del contratto di lavoro subordinato.
il lavoro autonomo tra diritto del lavoro e diritto della concorrenza
Piera Loi
2018-01-01
Abstract
Le trasformazioni dell'impresa e le innovazioni tecnologiche sono alla base del fenomeno, comune in tutti gli ordinamenti giuridici, dell'aumento del lavoro autonomo, che è composto da un grande numero di lavoratori autonomi economicamente dipendenti. In questo quadro aumentano le istanze di protezione da parte dei lavoratori autonomi, alle quali gli ordinamenti giuridici non sono in grado di rispondere, se non aumentando le fattispecie giuridiche, sia attraverso l'introduzione di una categoria tra il lavoro autonomo e il lavoro subordinato, sia attraverso l'interpretazione giurisprudenziale che, non senza difficoltà, applica i tradizionali test di qualificazione del rapporto di lavoro. Anche l'Unione europea mostra un atteggiamento ambivalente nei confronti del lavoro autonomo: da una parte riconosce, nel Pilastro europeo dei diritti sociali, il diritto dei lavoratori autonomi a una protezione sociale minima, dall'altra, nella giurisprudenza recente della CGUE, non riconosce l'esenzione dal controllo del rispetto delle norme sulla concorrenza, di cui all'art. 1 O 1 del TFUE, al contratto collettivo dei lavoratori autonomi che fissa tariffe salariali minime. Si propone un alternativo approccio teorico: da una parte l'idea di fondare il riconoscimento delle tutele dei lavoratori autonomi sulla base dei rischi sociali ai quali gli stessi sono esposti, e dall'altra la necessità di un contratto collettivo sulla base della teoria del contratto di lavoro autonomo come contratto relazionale, al pari del contratto di lavoro subordinato.File | Dimensione | Formato | |
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