The essay argues that some of the much discussed outcomes of the Constitutional Court's decision on the “Cappato case” can be explained by taking into account the strategic nature of the judicial proceeding from which it had originated; the point is developed by making special reference to the ancient regulae iuris and particularly to the regula Nemo audiatur allegans turpitudinem suam. The text is structured as follows: in Part I it is discussed the role of ancient maxims in legal knowledge and practice, and, referring mainly to the studies of, and on, Alessandro Giuliani, the reasons are argued in favour of a rediscovering of the maxims, as «constitutive principles of Law», in the constitutional interpretation; next, Nemo audiatur is called into play in order to explore the issue of lis ficta. In Part II the “Cappato case” is analysed in detail, from the trial judgments to the Constitutional Court's ruling. Here it is shown how the regulae iuris offer insightful views for discussing both the theory of self-determination (and its fallacies) and some current uses of the human dignity concept. Conclusively, after a quick comparison with other recent decisions of the Constitutional Court, some additional considerations are made on why interpreting principles as regulae, and with regulae, could provide a degree of stability and effectiveness to constitutional principles, undermined instead by any instrumental conception of Law.

Il saggio ricollega gli esiti controversi della decisione della Corte costituzionale sul "caso Cappato" all'origine strategica del processo a quo; esso sviluppa un'argomentazione basata sulle antiche regulae iuris e in particolare sulla regola Nemo audiatur allegans turpitudinem suam. Nella parte I è discusso il ruolo delle regulae iuris nella conoscenza e nella pratica giuridica, e, facendo particolare riferimento agli studi di, e su, Alessandro Giuliani, sono introdotte alcune ragioni a favore di una riscoperta delle regole, in quanto «principi costitutivi del diritto», nell'interpretazione costituzionale; successivamente, Nemo audiatur viene chiamata in causa in relazione al divieto di lis ficta nel processo incidentale. Nella parte II, di prossima pubblicazione in questa Rivista, un'analisi del "caso Cappato", dalle decisioni di merito alle pronunce della Corte costituzionale, si propone di evidenziare che la natura strumentale del processo a quo ha condizionato l'intera vicenda giudiziaria, riducendo le possibilità di un'adeguata esplorazione tanto del caso considerato quanto della portata del divieto di aiuto al suicidio, così come dei beni costituzionali coinvolti. Qui viene anche mostrato come la prospettiva delle regulae iuris possa offrire punti di vista significativi per discutere sia la teoria dell'autodeterminazione e le sue fallacie, sia alcuni usi attuali del concetto di dignità umana. Infine, dopo un rapido confronto con altre recenti decisioni della Corte costituzionale, sono svolte alcune considerazioni conclusive sul perché interpretare i principi come regole e con regole potrebbe fornire un grado di stabilità ed efficacia ai principi costituzionali, minati invece da ogni concezione strumentale del diritto.

Principi come regulae: il caso Cappato, le liti strumentali e il valore costituzionale della regola Nemo audiatur allegans turpitudinem suam (con una postilla sul caso Trentini) Parte I

Niccolai, Silvia
2020-01-01

Abstract

The essay argues that some of the much discussed outcomes of the Constitutional Court's decision on the “Cappato case” can be explained by taking into account the strategic nature of the judicial proceeding from which it had originated; the point is developed by making special reference to the ancient regulae iuris and particularly to the regula Nemo audiatur allegans turpitudinem suam. The text is structured as follows: in Part I it is discussed the role of ancient maxims in legal knowledge and practice, and, referring mainly to the studies of, and on, Alessandro Giuliani, the reasons are argued in favour of a rediscovering of the maxims, as «constitutive principles of Law», in the constitutional interpretation; next, Nemo audiatur is called into play in order to explore the issue of lis ficta. In Part II the “Cappato case” is analysed in detail, from the trial judgments to the Constitutional Court's ruling. Here it is shown how the regulae iuris offer insightful views for discussing both the theory of self-determination (and its fallacies) and some current uses of the human dignity concept. Conclusively, after a quick comparison with other recent decisions of the Constitutional Court, some additional considerations are made on why interpreting principles as regulae, and with regulae, could provide a degree of stability and effectiveness to constitutional principles, undermined instead by any instrumental conception of Law.
2020
Il saggio ricollega gli esiti controversi della decisione della Corte costituzionale sul "caso Cappato" all'origine strategica del processo a quo; esso sviluppa un'argomentazione basata sulle antiche regulae iuris e in particolare sulla regola Nemo audiatur allegans turpitudinem suam. Nella parte I è discusso il ruolo delle regulae iuris nella conoscenza e nella pratica giuridica, e, facendo particolare riferimento agli studi di, e su, Alessandro Giuliani, sono introdotte alcune ragioni a favore di una riscoperta delle regole, in quanto «principi costitutivi del diritto», nell'interpretazione costituzionale; successivamente, Nemo audiatur viene chiamata in causa in relazione al divieto di lis ficta nel processo incidentale. Nella parte II, di prossima pubblicazione in questa Rivista, un'analisi del "caso Cappato", dalle decisioni di merito alle pronunce della Corte costituzionale, si propone di evidenziare che la natura strumentale del processo a quo ha condizionato l'intera vicenda giudiziaria, riducendo le possibilità di un'adeguata esplorazione tanto del caso considerato quanto della portata del divieto di aiuto al suicidio, così come dei beni costituzionali coinvolti. Qui viene anche mostrato come la prospettiva delle regulae iuris possa offrire punti di vista significativi per discutere sia la teoria dell'autodeterminazione e le sue fallacie, sia alcuni usi attuali del concetto di dignità umana. Infine, dopo un rapido confronto con altre recenti decisioni della Corte costituzionale, sono svolte alcune considerazioni conclusive sul perché interpretare i principi come regole e con regole potrebbe fornire un grado di stabilità ed efficacia ai principi costituzionali, minati invece da ogni concezione strumentale del diritto.
Italian Constitutional Court; Cappato case; Regulae iuris, lis ficta; self-determination
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