The article reconstructs the main stages of the history of the Italian association for cultural relations with the Soviet Union – also known as “Italy-USSR” – from 1944 to 1960. The genesis of “Italy-USSR” relates to the post-war international cultural context. The polarization of the national and global political-ideological struggle led the association to a clear political turn: the fight against anti-Sovietism became an uncritical celebration of the Soviet Union. “Italy-USSR” thus scarcely succeeded in being an effective actor of the cultural Cold War, since it was not very capable of attracting people far from the Socialist and Communist parties. The new secretary Orazio Barbieri (1953-1958) wanted to strengthen an objective knowledge of the USSR even if 1956 – as well as the Pasternak case – confused many of its members. Paradoxically, Barbieri’s dynamism was the main weak spot in relations with the Italian Communist Party and the Soviet interlocutors who could not stand the autonomy of “Italy-USSR” in launching initiatives that were often considered too elitist and far from the masses. The ICP intervened to strengthen political control over the association just when the unofficial efforts of “Italy-USSR” had contributed to the signing of the 1960 intergovernmental cultural agreement between the two countries.

L'articolo ricostruisce le tappe principali della storia dell'Associazione italiana per le relazioni culturali con l'Unione Sovietica - nota anche come “Italia-URSS” - dal 1944 al 1960. La genesi di “Italia-URSS” è legata al contesto culturale internazionale del dopoguerra. La polarizzazione della lotta politico-ideologica nazionale e globale portò l'associazione a una chiara svolta politica: la lotta all'antisovietismo si trasformò in una celebrazione acritica dell'Unione Sovietica. “Italia-URSS” riuscì quindi solo parzialmente a essere un attore efficace della guerra fredda culturale, poiché non seppe allargare sensibilmente la platea di interlocutori, al di là di coloro politicamente vicini ai partiti socialista e comunista. Il nuovo segretario Orazio Barbieri (1953-1958) volle rafforzare una conoscenza obiettiva dell'URSS, anche se il 1956 - così come il caso Pasternak - disorientò e deluse molti dei suoi membri. Paradossalmente, il dinamismo di Barbieri fu il principale punto debole nei rapporti con il Partito Comunista Italiano e con gli interlocutori sovietici, che mal sopportavano l'autonomia di “Italia-URSS” nel lanciare iniziative spesso considerate troppo elitarie e lontane dalle masse. Il PCI intervenne per rafforzare il controllo politico sull'associazione proprio quando gli sforzi ufficiosi di “Italia-URSS” avevano contribuito alla firma dell'accordo culturale intergovernativo del 1960 tra i due Paesi.

L'associazione "Italia-URSS" dal dopoguerra alla Guerra Fredda: diplomazia culturale ufficiosa e propaganda sovietica (1944-1960)

Stefano Pisu
2020-01-01

Abstract

The article reconstructs the main stages of the history of the Italian association for cultural relations with the Soviet Union – also known as “Italy-USSR” – from 1944 to 1960. The genesis of “Italy-USSR” relates to the post-war international cultural context. The polarization of the national and global political-ideological struggle led the association to a clear political turn: the fight against anti-Sovietism became an uncritical celebration of the Soviet Union. “Italy-USSR” thus scarcely succeeded in being an effective actor of the cultural Cold War, since it was not very capable of attracting people far from the Socialist and Communist parties. The new secretary Orazio Barbieri (1953-1958) wanted to strengthen an objective knowledge of the USSR even if 1956 – as well as the Pasternak case – confused many of its members. Paradoxically, Barbieri’s dynamism was the main weak spot in relations with the Italian Communist Party and the Soviet interlocutors who could not stand the autonomy of “Italy-USSR” in launching initiatives that were often considered too elitist and far from the masses. The ICP intervened to strengthen political control over the association just when the unofficial efforts of “Italy-USSR” had contributed to the signing of the 1960 intergovernmental cultural agreement between the two countries.
2020
L'articolo ricostruisce le tappe principali della storia dell'Associazione italiana per le relazioni culturali con l'Unione Sovietica - nota anche come “Italia-URSS” - dal 1944 al 1960. La genesi di “Italia-URSS” è legata al contesto culturale internazionale del dopoguerra. La polarizzazione della lotta politico-ideologica nazionale e globale portò l'associazione a una chiara svolta politica: la lotta all'antisovietismo si trasformò in una celebrazione acritica dell'Unione Sovietica. “Italia-URSS” riuscì quindi solo parzialmente a essere un attore efficace della guerra fredda culturale, poiché non seppe allargare sensibilmente la platea di interlocutori, al di là di coloro politicamente vicini ai partiti socialista e comunista. Il nuovo segretario Orazio Barbieri (1953-1958) volle rafforzare una conoscenza obiettiva dell'URSS, anche se il 1956 - così come il caso Pasternak - disorientò e deluse molti dei suoi membri. Paradossalmente, il dinamismo di Barbieri fu il principale punto debole nei rapporti con il Partito Comunista Italiano e con gli interlocutori sovietici, che mal sopportavano l'autonomia di “Italia-URSS” nel lanciare iniziative spesso considerate troppo elitarie e lontane dalle masse. Il PCI intervenne per rafforzare il controllo politico sull'associazione proprio quando gli sforzi ufficiosi di “Italia-URSS” avevano contribuito alla firma dell'accordo culturale intergovernativo del 1960 tra i due Paesi.
international cultural relations; Italy-USSR; cultural cold war; unofficial cultural diplomacy; propaganda
relazioni culturali internazionali; Italia-URSS; guerra fredda culturale; diplomazia culturale ufficiosa; propaganda
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