Il lavoro a tempo parziale: un’ipotesi di discriminazione o di flessibilità?

The essay analyzes the regulation of part-time work, introduced by Legislative Decree no. 61 of 2000 and amended by Legislative Decree no. 100 of 2001 and by Legislative Decree. lgs. n. 276 of 2003 (implementing legislative decree no. 30 of 2003), from a gender perspective, as its development is closely connected to the progress of women's work. From this perspective, we ask ourselves whether part-time is a hypothesis of non-discrimination or (a hypothesis) of flexibility, considering that both principles are placed, by Community law, at the basis of national regulations on the matter. In light of the conclusions reached, we reflect on the role played by the will of the worker within the employment relationship, taking into account the fact that, according to EC Directive 97/81, voluntariness also has a fundamental significance in this regard.

Il saggio analizza la disciplina del lavoro a tempo parziale, introdotta dal d.lgs. n. 61 del 2000 e modificata dal d.lgs. n. 100 del 2001 e dal d. lgs. n. 276 del 2003 (attuativo della l.d. n. 30 del 2003), in una prospettiva di genere, poichè il suo sviluppo è strettamente connesso al progresso del lavoro femminile. In questa prospettiva, ci si chiede se il part-time sia un'ipotesi di non discriminazione o (un'ipotesi) di flessiilità, considerato che entrambi i principi sono posti, dal diritto comunitario, alla base delle normative nazionali in materia. Alla luce delle conclusioni raggiunte, si riflette in ordine al ruolo svolto dalla volontà del lavoratore nell'ambito del rapporto di lavoro, tenendo conto del fatto che, secondo la direttiva CE 97/81, anche la volontarietà ha una pregnanza fondamentale al riguardo.