This paper concerns the heritage constituted by the architecture of the Nuragic civilization, developed in Sardinia between 1500 and 900 BC, a heritage documented in over 7,000 architectures, now included in the UNESCO Tentative List through the choice of 31 monumental complexes. The frequent structuring in large multifunctional organisms extended in space, sometimes in relationship with the landscape of the following eras, has been recognized as one of their peculiar characteristics of uniqueness and value. Their widespread proto-urban structure, formed in a historical phase preceding the formation of cities, is now open to processes of recognition and therefore of enhancement of large territorial sectors.

Il tema del presente contributo riguarda il patrimonio costituito dalle architetture della civiltà nuragica, sviluppatesi in Sardegna tra il 1500 e il 900 a.C. Oltre alle torri in pietra, notevoli per la loro dimensione e per avere all’interno ampie camere voltate, anche sovrapposte, esse si articolano in numerose tipologie. Alcune riguardano funzioni collettive, altre sono dedicate ad usi eminentemente cultuali, altre sembrano riferite a più complessi schemi di occupazione insediativa del territorio. Si registrano edifici legati all’uso dell’acqua, sia per la semplice captazione di falde o risorgive sia per l’abluzione mediante versatori zoomorfi. Tra le peculiari caratteristiche di tale patrimonio monumentale, al momento inserito nella Tentative List mediante 31 complessi monumentali prescelti per la loro rappresentatività, emerge la stretta connessione tra beni e paesaggio. Si tratta di una relazione particolarmente profonda in cui, precedentemente alla stabilizzazione delle grandi realtà urbane, la civiltà nuragica si articolava sul territorio dell’isola in un insieme diffuso di architetture e di siti indicati in oltre 8.000. Dai bordi del mare ai monti, le architetture nuragiche sorgevano al controllo delle risorse territoriali secondo schemi in fase di studio, certamente connessi sia con la stabilizzazione di importanti luoghi di scambio mercantile, aperti verso il Mediterraneo, sia al presidio di complessi di “forni” adatti alla produzione di bronzistica figurata, armi e suppellettili. Il paesaggio quindi, quale risorsa intimamente legata al patrimonio rappresentato dai singoli siti, risulta essere il reale scenario di studio e fruizione dei beni. La scarsa densità abitativa dell’isola (circa 68 abitanti/kmq) permette oggi di considerare l’opportunità di estendere le “aree di designazione protettiva”, oltre le “buffer zone”, verso comparti territoriali di ampia dimensione, in più casi distretti che, verosimilmente, aderiscono per condizioni topografiche a quelli più antichi.

Architetture nuragiche e paesaggio protourbano. Relazioni antiche ed estese dimensioni attuali

marco cadinu
2022-01-01

Abstract

This paper concerns the heritage constituted by the architecture of the Nuragic civilization, developed in Sardinia between 1500 and 900 BC, a heritage documented in over 7,000 architectures, now included in the UNESCO Tentative List through the choice of 31 monumental complexes. The frequent structuring in large multifunctional organisms extended in space, sometimes in relationship with the landscape of the following eras, has been recognized as one of their peculiar characteristics of uniqueness and value. Their widespread proto-urban structure, formed in a historical phase preceding the formation of cities, is now open to processes of recognition and therefore of enhancement of large territorial sectors.
2022
Il tema del presente contributo riguarda il patrimonio costituito dalle architetture della civiltà nuragica, sviluppatesi in Sardegna tra il 1500 e il 900 a.C. Oltre alle torri in pietra, notevoli per la loro dimensione e per avere all’interno ampie camere voltate, anche sovrapposte, esse si articolano in numerose tipologie. Alcune riguardano funzioni collettive, altre sono dedicate ad usi eminentemente cultuali, altre sembrano riferite a più complessi schemi di occupazione insediativa del territorio. Si registrano edifici legati all’uso dell’acqua, sia per la semplice captazione di falde o risorgive sia per l’abluzione mediante versatori zoomorfi. Tra le peculiari caratteristiche di tale patrimonio monumentale, al momento inserito nella Tentative List mediante 31 complessi monumentali prescelti per la loro rappresentatività, emerge la stretta connessione tra beni e paesaggio. Si tratta di una relazione particolarmente profonda in cui, precedentemente alla stabilizzazione delle grandi realtà urbane, la civiltà nuragica si articolava sul territorio dell’isola in un insieme diffuso di architetture e di siti indicati in oltre 8.000. Dai bordi del mare ai monti, le architetture nuragiche sorgevano al controllo delle risorse territoriali secondo schemi in fase di studio, certamente connessi sia con la stabilizzazione di importanti luoghi di scambio mercantile, aperti verso il Mediterraneo, sia al presidio di complessi di “forni” adatti alla produzione di bronzistica figurata, armi e suppellettili. Il paesaggio quindi, quale risorsa intimamente legata al patrimonio rappresentato dai singoli siti, risulta essere il reale scenario di studio e fruizione dei beni. La scarsa densità abitativa dell’isola (circa 68 abitanti/kmq) permette oggi di considerare l’opportunità di estendere le “aree di designazione protettiva”, oltre le “buffer zone”, verso comparti territoriali di ampia dimensione, in più casi distretti che, verosimilmente, aderiscono per condizioni topografiche a quelli più antichi.
paesaggio nuragico, paesaggio diffuso, Sardegna
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