L’attuale domanda di revisione delle declaratorie e la modifica di assetto dei settori concorsuali e dei settori scientifico-disciplinari sollecita docenti e ricercatori ad una riflessione, interna ed esterna, sul modo di organizzare e mettere in relazione le diverse attività universitarie, formative e di ricerca di base e applicata. Le trasformazioni, attualmente chieste alla comunità scientifica, non hanno la profondità di una vera e propria riforma dei saperi, a dispetto dell’ambiziosa titolazione di questa piccola riforma, proprio perché le modifiche richieste sono limitate e, perlopiù, nominalistiche. Tuttavia, per la comunità degli studiosi accademici di urbanistica e pianificazione, è utile e opportuno cogliere questa occasione per una riflessione collettiva sul ruolo delle nostre discipline nel contesto degli attuali fenomeni di cambiamento che riguardano una profonda mutazione dell’agenda della formazione e della ricerca in campo urbanistico. Non si può, infatti, leggere l’attuale dibattito come identificato da un’autentica trasformazione epistemologica relativa alla "riforma dei saperi”, in cui le discipline di ICAR/20 e 21 continuino ad avere loro specificità, acquisite nel lungo periodo e trasformatesi o aggiornatesi nel tempo, con forti legami a identità e provenienze culturali, a obiettivi formativi, e a orientamenti scientifici specifici e ben riconoscibili. Il problema è più ampio: riguarda l’adeguamento di obiettivi e approcci formativi per rispondere a una diversa domanda di trasformazione che proviene dal territorio contemporaneo.
Formazione all’urbanistica e alla pianificazione, in tempo di ‘riforma dei saperi’
Zoppi, Corrado;
2023-01-01
Abstract
L’attuale domanda di revisione delle declaratorie e la modifica di assetto dei settori concorsuali e dei settori scientifico-disciplinari sollecita docenti e ricercatori ad una riflessione, interna ed esterna, sul modo di organizzare e mettere in relazione le diverse attività universitarie, formative e di ricerca di base e applicata. Le trasformazioni, attualmente chieste alla comunità scientifica, non hanno la profondità di una vera e propria riforma dei saperi, a dispetto dell’ambiziosa titolazione di questa piccola riforma, proprio perché le modifiche richieste sono limitate e, perlopiù, nominalistiche. Tuttavia, per la comunità degli studiosi accademici di urbanistica e pianificazione, è utile e opportuno cogliere questa occasione per una riflessione collettiva sul ruolo delle nostre discipline nel contesto degli attuali fenomeni di cambiamento che riguardano una profonda mutazione dell’agenda della formazione e della ricerca in campo urbanistico. Non si può, infatti, leggere l’attuale dibattito come identificato da un’autentica trasformazione epistemologica relativa alla "riforma dei saperi”, in cui le discipline di ICAR/20 e 21 continuino ad avere loro specificità, acquisite nel lungo periodo e trasformatesi o aggiornatesi nel tempo, con forti legami a identità e provenienze culturali, a obiettivi formativi, e a orientamenti scientifici specifici e ben riconoscibili. Il problema è più ampio: riguarda l’adeguamento di obiettivi e approcci formativi per rispondere a una diversa domanda di trasformazione che proviene dal territorio contemporaneo.File | Dimensione | Formato | |
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