Alzheimer’s disease (AD) is a currently incurable, neurodegenerative illness with a slow progress and prolonged development that leads to serious cognitive impairment. Language changes also take place in the early stages of this type of dementia. On the lexical level, word-finding deficits, including a reduction in vocabulary and an atypical use of parts of speech, can be observed. On the syntactic level, sentence breaks and problems with complex sentence structures occur more frequently, yet the production of shorter sentences also seems to be considerably more challenging. On the pragmatic level, the ability to formulate appropriate context-related utterances is compromised. Scientists and experts assume that lifelong multilingualism and the active mastery of more than one language can increase brain plasticity and contribute significantly to building a so-called ‘cognitive reserve’, which helps delay mental decline as a result of AD. Starting from this evidence, the paper will focus on the relationship between AD and multilingualism and outline the most significant changes and differences in the language skills of monolingual and multilingual patients suffering from AD. The analysis aims to identify linguistic indicators of pathological aging for both patient groups (monolingual vs. multilingual).

La malattia di Alzheimer (AD) è una sindrome neurodegenerativa attualmente incurabile, con un decorso lento e uno sviluppo prolungato che porta a un grave deterioramento cognitivo. Nelle prime fasi di questo tipo di demenza si verificano anche alterazioni del linguaggio: a livello lessicale si possono osservare deficit nell'individuazione delle parole, tra cui una riduzione del vocabolario e un uso atipico delle parti del discorso; a livello sintattico, interruzioni di frase e problemi nella struttura di frasi complesse; a livello pragmatico, l'incapacità di formulare enunciati adeguati al contesto. Secondo gli esperti la padronanza attiva di più di una lingua può contribuire ad aumentare la plasticità del cervello e quindi a ritardare il declino mentale tipico dell'Alzheimer. Partendo da queste evidenze, l'articolo si concentrerà sulla relazione tra AD e plurilinguismo e delineerà i cambiamenti e le differenze più significative nelle competenze linguistiche di pazienti monolingui e plurilingui affetti da questa malattia.

Sprachstörungen bei Alzheimer-Demenz. Die schützende Funktion der Mehrsprachigkeit vor altersbedingten Demenzerkrankungen

Cosentino Gianluca
2022-01-01

Abstract

Alzheimer’s disease (AD) is a currently incurable, neurodegenerative illness with a slow progress and prolonged development that leads to serious cognitive impairment. Language changes also take place in the early stages of this type of dementia. On the lexical level, word-finding deficits, including a reduction in vocabulary and an atypical use of parts of speech, can be observed. On the syntactic level, sentence breaks and problems with complex sentence structures occur more frequently, yet the production of shorter sentences also seems to be considerably more challenging. On the pragmatic level, the ability to formulate appropriate context-related utterances is compromised. Scientists and experts assume that lifelong multilingualism and the active mastery of more than one language can increase brain plasticity and contribute significantly to building a so-called ‘cognitive reserve’, which helps delay mental decline as a result of AD. Starting from this evidence, the paper will focus on the relationship between AD and multilingualism and outline the most significant changes and differences in the language skills of monolingual and multilingual patients suffering from AD. The analysis aims to identify linguistic indicators of pathological aging for both patient groups (monolingual vs. multilingual).
2022
La malattia di Alzheimer (AD) è una sindrome neurodegenerativa attualmente incurabile, con un decorso lento e uno sviluppo prolungato che porta a un grave deterioramento cognitivo. Nelle prime fasi di questo tipo di demenza si verificano anche alterazioni del linguaggio: a livello lessicale si possono osservare deficit nell'individuazione delle parole, tra cui una riduzione del vocabolario e un uso atipico delle parti del discorso; a livello sintattico, interruzioni di frase e problemi nella struttura di frasi complesse; a livello pragmatico, l'incapacità di formulare enunciati adeguati al contesto. Secondo gli esperti la padronanza attiva di più di una lingua può contribuire ad aumentare la plasticità del cervello e quindi a ritardare il declino mentale tipico dell'Alzheimer. Partendo da queste evidenze, l'articolo si concentrerà sulla relazione tra AD e plurilinguismo e delineerà i cambiamenti e le differenze più significative nelle competenze linguistiche di pazienti monolingui e plurilingui affetti da questa malattia.
Alzheimer’s disease; Cognitive impairment; Language change; Multilingualism; Cognitive reserve
Malattia di Alzheimer; Deterioramento cognitivo; Impoverimento linguistico; Plurilinguismo; Riserva cognitiva
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Q_AIG5_10_Cosentino.pdf

Solo gestori archivio

Tipologia: versione editoriale (VoR)
Dimensione 339.89 kB
Formato Adobe PDF
339.89 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11584/364103
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact