L’interesse da parte di enti, imprese e consumatori verso le comunità energetiche è crescente; meno attento al fenomeno è apparso invece il nostro legislatore. La fase di sperimentazione, inaugurata con il decreto Milleproroghe 2019, non ha mantenuto lo slancio iniziale. Il recepimento delle direttive RED II e IEM è avvenuto a fine 2021, oltre i termini previsti ed ha prodotto una situazione di impasse con conseguente stagnazione del fenomeno per l’assenza di regole chiare e definite la cui determinazione è spesso rimessa ad organi amministrativi con delicati rischi di eccessiva delegificazione. Le iniziative regionali, prese pur nella cornice di un quadro in divenire, mostrano come gli Enti più prossimi ai cittadini abbiano colto la connotazione territoriale delle comunità energetiche, anche come strumento di lotta alla povertà energetica ed allo spopolamento di alcune aree. La dimensione locale di queste realtà è confermata dall’esperienza ormai consolidata in alcuni Paesi del Nord Europa nonché dalle recenti iniziative di altri, come la Grecia, in cui è la conformazione geofisica (insularità diffusa) a spingere verso forme di autoconsumo locale, favorendo fortemente la presenza degli enti locali. Incentivi al fenomeno possono essere approntati anche attraverso la leva fiscale, chiamata ad adattarsi alla flessibilizzazione in atto di categorie come impresa e consumatore, connotate da nuovi aspetti: marginalità e vulnerabilità. Dunque solo una visione, rinnovata e complessiva, del quadro giuridico consentirà di realizzare un habitat in cui le comunità energetiche potranno diffondersi ed operare.

Il percorso accidentato delle Comunità energetiche

Berlinguer, Aldo;Pappada', Daniela
2023-01-01

Abstract

L’interesse da parte di enti, imprese e consumatori verso le comunità energetiche è crescente; meno attento al fenomeno è apparso invece il nostro legislatore. La fase di sperimentazione, inaugurata con il decreto Milleproroghe 2019, non ha mantenuto lo slancio iniziale. Il recepimento delle direttive RED II e IEM è avvenuto a fine 2021, oltre i termini previsti ed ha prodotto una situazione di impasse con conseguente stagnazione del fenomeno per l’assenza di regole chiare e definite la cui determinazione è spesso rimessa ad organi amministrativi con delicati rischi di eccessiva delegificazione. Le iniziative regionali, prese pur nella cornice di un quadro in divenire, mostrano come gli Enti più prossimi ai cittadini abbiano colto la connotazione territoriale delle comunità energetiche, anche come strumento di lotta alla povertà energetica ed allo spopolamento di alcune aree. La dimensione locale di queste realtà è confermata dall’esperienza ormai consolidata in alcuni Paesi del Nord Europa nonché dalle recenti iniziative di altri, come la Grecia, in cui è la conformazione geofisica (insularità diffusa) a spingere verso forme di autoconsumo locale, favorendo fortemente la presenza degli enti locali. Incentivi al fenomeno possono essere approntati anche attraverso la leva fiscale, chiamata ad adattarsi alla flessibilizzazione in atto di categorie come impresa e consumatore, connotate da nuovi aspetti: marginalità e vulnerabilità. Dunque solo una visione, rinnovata e complessiva, del quadro giuridico consentirà di realizzare un habitat in cui le comunità energetiche potranno diffondersi ed operare.
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