Il contributo esamina la sentenza commentata (riferita ad un caso verificatosi nel regime antecedente all’entrata in vigore della legge Gelli) sotto il profilo del concorso di responsabilità tra struttura ospedaliera e medici nei confronti della paziente e dei suoi congiunti, nonché i relativi regimi di prescrizione delle azioni risarcitorie. L’autore offre una ricostruzione critica delle argomentazioni giuridiche adottate dal giudice e delle loro implicazioni pratiche ed esamina il concorso tra responsabilità contrattuale e aquiliana, distinguendo le obbligazioni della struttura ospedaliera (contrattuali) da quelle dei medici dipendenti (contrattuali verso la paziente e aquiliane verso i suoi congiunti). Sottolinea come l’unicità del fatto dannoso legittimi il vincolo di solidarietà passiva tra i corresponsabili, mentre critica l’applicazione dell’art. 1310 c.c. per estendere gli effetti interruttivi della prescrizione a favore dei congiunti, evidenziando l’assenza di un vincolo di solidarietà attiva. Viene approfondito il diverso regime prescrizionale applicabile alle azioni risarcitorie della paziente (responsabilità contrattuale) e dei congiunti (responsabilità aquiliana). L’autore evidenzia le criticità nell’estensione dell’effetto interruttivo dell’atto di costituzione in mora della paziente alle pretese dei congiunti. Il commento mette dunque in evidenza come la sentenza, pur correttamente fondata sui principi giuridici vigenti prima dell’entrata in vigore della legge Gelli, mostri limiti nell’applicazione dei concetti di solidarietà e nella gestione delle azioni plurioffensive. A completamento del discorso, le questioni già esaminate con riferimento al regime ante legge Gelli vengono riproposte alla luce della disciplina oggi in vigore.
Sulla responsabilità della struttura ospedaliera e dei medici nei confronti del paziente e dei suoi congiunti: concorso di responsabilità, estensione della solidarietà passiva, regimi della prescrizione.
Bandiera, Franco Maurizio
2023-01-01
Abstract
Il contributo esamina la sentenza commentata (riferita ad un caso verificatosi nel regime antecedente all’entrata in vigore della legge Gelli) sotto il profilo del concorso di responsabilità tra struttura ospedaliera e medici nei confronti della paziente e dei suoi congiunti, nonché i relativi regimi di prescrizione delle azioni risarcitorie. L’autore offre una ricostruzione critica delle argomentazioni giuridiche adottate dal giudice e delle loro implicazioni pratiche ed esamina il concorso tra responsabilità contrattuale e aquiliana, distinguendo le obbligazioni della struttura ospedaliera (contrattuali) da quelle dei medici dipendenti (contrattuali verso la paziente e aquiliane verso i suoi congiunti). Sottolinea come l’unicità del fatto dannoso legittimi il vincolo di solidarietà passiva tra i corresponsabili, mentre critica l’applicazione dell’art. 1310 c.c. per estendere gli effetti interruttivi della prescrizione a favore dei congiunti, evidenziando l’assenza di un vincolo di solidarietà attiva. Viene approfondito il diverso regime prescrizionale applicabile alle azioni risarcitorie della paziente (responsabilità contrattuale) e dei congiunti (responsabilità aquiliana). L’autore evidenzia le criticità nell’estensione dell’effetto interruttivo dell’atto di costituzione in mora della paziente alle pretese dei congiunti. Il commento mette dunque in evidenza come la sentenza, pur correttamente fondata sui principi giuridici vigenti prima dell’entrata in vigore della legge Gelli, mostri limiti nell’applicazione dei concetti di solidarietà e nella gestione delle azioni plurioffensive. A completamento del discorso, le questioni già esaminate con riferimento al regime ante legge Gelli vengono riproposte alla luce della disciplina oggi in vigore.File | Dimensione | Formato | |
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