Austria’s ‘perpetual neutrality’, the price paid in 1955 for its independence and the withdrawal of Soviet troops, was the starting point of the Austrian ‘lone course’ to Mitteleuropa, carried out mainly thanks to the efforts of both political and intellectual actors. The fortunes of Austrian cultural policies received a considerable boost in the mid-Fifties, thanks to the efforts of Budapest-born Austrian writer and journalist György Sebestyén, who was to play a key role in the various stages of the Mitteleuropa process, favouring a transnational bond in the Danube region, which in the 1980s led Austria back into the middle of the action unfolding along and beyond its Eastern borders. By exploring Austria’s cultural diplomacy with East-Central Europe from the 1950s to the 1990s, this article uses archival and press sources to show how political and intellectual Austrian elites constantly and skilfully developed a new ‘transnational scenario’ in Mitteleuropa (even though the Iron Curtain constituted a fearsome border regime cutting the Alpine country off from its traditional neighbours). This not only projected a new positive image of their country, veering between culture and dialogue, but also built new partnerships to buttress Austria as a cultural pioneer in the pan-European context.

La neutralità perpetua dell’Austria, il prezzo pagato nel 1955 per la sua indipendenza e il ritiro delle truppe sovietiche, fu il punto di partenza della “rotta solitaria” austriaca verso la Mitteleuropa, portata avanti soprattutto grazie all'impegno di attori politici e intellettuali. Le fortune delle politiche culturali austriache ricevettero notevole impulso a metà degli anni Cinquanta, grazie all'impegno dello scrittore e giornalista austriaco nato a Budapest György Sebestyén, che avrebbe giocato un ruolo chiave nelle varie fasi del processo di Mitteleuropa, favorendo un legame transnazionale nella regione danubiana, che negli anni Ottanta riportò l'Austria al centro dell'azione che si svolgeva lungo e oltre i suoi confini orientali. Esplorando la diplomazia culturale dell'Austria con l'Europa centro-orientale dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, il saggio mostra come le élite politiche e intellettuali austriache abbiano costantemente e abilmente sviluppato un nuovo “scenario transnazionale” nella Mitteleuropa. Ciò non solo ha proiettato una nuova immagine positiva del Paese, ma ha anche creato nuovi partenariati per rafforzare il ruolo dell'Austria come pioniere culturale nel contesto paneuropeo.

“Mitteleuropa’s unique spiritual power has to flow into the common European culture”: György Sebestyén and cultural policies in Austria in the 1970s and 1990s

LUCA LECIS
2023-01-01

Abstract

Austria’s ‘perpetual neutrality’, the price paid in 1955 for its independence and the withdrawal of Soviet troops, was the starting point of the Austrian ‘lone course’ to Mitteleuropa, carried out mainly thanks to the efforts of both political and intellectual actors. The fortunes of Austrian cultural policies received a considerable boost in the mid-Fifties, thanks to the efforts of Budapest-born Austrian writer and journalist György Sebestyén, who was to play a key role in the various stages of the Mitteleuropa process, favouring a transnational bond in the Danube region, which in the 1980s led Austria back into the middle of the action unfolding along and beyond its Eastern borders. By exploring Austria’s cultural diplomacy with East-Central Europe from the 1950s to the 1990s, this article uses archival and press sources to show how political and intellectual Austrian elites constantly and skilfully developed a new ‘transnational scenario’ in Mitteleuropa (even though the Iron Curtain constituted a fearsome border regime cutting the Alpine country off from its traditional neighbours). This not only projected a new positive image of their country, veering between culture and dialogue, but also built new partnerships to buttress Austria as a cultural pioneer in the pan-European context.
2023
La neutralità perpetua dell’Austria, il prezzo pagato nel 1955 per la sua indipendenza e il ritiro delle truppe sovietiche, fu il punto di partenza della “rotta solitaria” austriaca verso la Mitteleuropa, portata avanti soprattutto grazie all'impegno di attori politici e intellettuali. Le fortune delle politiche culturali austriache ricevettero notevole impulso a metà degli anni Cinquanta, grazie all'impegno dello scrittore e giornalista austriaco nato a Budapest György Sebestyén, che avrebbe giocato un ruolo chiave nelle varie fasi del processo di Mitteleuropa, favorendo un legame transnazionale nella regione danubiana, che negli anni Ottanta riportò l'Austria al centro dell'azione che si svolgeva lungo e oltre i suoi confini orientali. Esplorando la diplomazia culturale dell'Austria con l'Europa centro-orientale dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, il saggio mostra come le élite politiche e intellettuali austriache abbiano costantemente e abilmente sviluppato un nuovo “scenario transnazionale” nella Mitteleuropa. Ciò non solo ha proiettato una nuova immagine positiva del Paese, ma ha anche creato nuovi partenariati per rafforzare il ruolo dell'Austria come pioniere culturale nel contesto paneuropeo.
Mitteleuropa; East-Central Europe; Cultural history; Austria
Mitteleuropa; Europa centro-orientale; Storia culturale; Austria
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