Lo scopo del presente lavoro è quello di analizzare un corpus di commenti Facebook estratti dalle pagine pubbliche di Luigi Di Maio, Matteo Renzi e Matteo Salvini nell’anno 2018 (Orrù 2020). L’analisi intende concentrarsi su tre slurs abilisti molto comuni in italiano che riguardano la deprivazione cognitiva – ovvero cerebroleso, handicappato e ritardato – usati metaforicamente nelle interazioni online. I commenti Facebook saranno analizzati a partire da un approccio polivalente. Essi verranno infatti inquadrati nella cornice teorica degli insulti come atti linguistico-pragmatici (Brown & Levinson 1987; Culpeper 1996; Alfonzetti 2017), ma anche in quella degli epiteti denigratori come termini densi e dell’hate speech (Bianchi 2021; Cepollaro 2020). A esse si aggiungeranno quella dell’abilismo costruito e rinforzato all’interno del dominio tecnico della terminologia medica (Gualdo & Telve 2011) e infine quella dell’uso metaforico dei termini analizzati (Mortara Garavelli 1988). Con queste basi teoriche, saranno condotte indagini con una metodologia corpus-based, concentrandosi in particolare sugli usi metaforici degli epiteti denigratori con intento aggressivo, sui cluster, sulle costruzioni sintattiche e sulla pragmatica degli atti linguistici che includono i termini target.
Insulto, terminologia medica e metaforizzazione in un corpus di commenti Facebook: indagine su alcuni slurs abilisti
Elena Pepponi
2024-01-01
Abstract
Lo scopo del presente lavoro è quello di analizzare un corpus di commenti Facebook estratti dalle pagine pubbliche di Luigi Di Maio, Matteo Renzi e Matteo Salvini nell’anno 2018 (Orrù 2020). L’analisi intende concentrarsi su tre slurs abilisti molto comuni in italiano che riguardano la deprivazione cognitiva – ovvero cerebroleso, handicappato e ritardato – usati metaforicamente nelle interazioni online. I commenti Facebook saranno analizzati a partire da un approccio polivalente. Essi verranno infatti inquadrati nella cornice teorica degli insulti come atti linguistico-pragmatici (Brown & Levinson 1987; Culpeper 1996; Alfonzetti 2017), ma anche in quella degli epiteti denigratori come termini densi e dell’hate speech (Bianchi 2021; Cepollaro 2020). A esse si aggiungeranno quella dell’abilismo costruito e rinforzato all’interno del dominio tecnico della terminologia medica (Gualdo & Telve 2011) e infine quella dell’uso metaforico dei termini analizzati (Mortara Garavelli 1988). Con queste basi teoriche, saranno condotte indagini con una metodologia corpus-based, concentrandosi in particolare sugli usi metaforici degli epiteti denigratori con intento aggressivo, sui cluster, sulle costruzioni sintattiche e sulla pragmatica degli atti linguistici che includono i termini target.File | Dimensione | Formato | |
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