Allo studioso tedesco di origine olandese Frederik Adama van Scheltema (1884-1968) 1 si deve il progetto di un «sistema periodico dello sviluppo artistico e culturale dell’Occidente», avviato nell’anteguerra e portato a compimento nel volume Die geistige Mitte. Umrisse einer abendländischen Kulturmorphologie, uscito nel 1947 2. Storico dell’arte e specialista della preistoria, Scheltema, dopo aver riscosso un certo interesse presso studiosi di diversi orientamenti, quali, fra gli altri, Franz Boas, Mircea Eliade, Ernst Jünger e Arnold Hauser – e dopo aver goduto di buon credito da parte del regime nazista – è oggi pressoché dimenticato. Se la relativa fortuna era dovuta in particolare agli scritti sulla preistoria, minore attenzione aveva invece destato Die geistige Mitte, tanto che la sua ricezione può dirsi limitata a un cenno di Hans Sedlmayr, ad alcuni richiami di Emilio Betti e a una brevissima menzione di Henry Stuart Hughes tra gli esempi di un interesse rinnovato verso Spengler – di sicuro uno dei punti di riferimento dello studioso – nel secondo dopoguerra 3.
La Kulturmorphologie di Frederik Adama van Scheltema
VARGIU, LUCA
2012-01-01
Abstract
Allo studioso tedesco di origine olandese Frederik Adama van Scheltema (1884-1968) 1 si deve il progetto di un «sistema periodico dello sviluppo artistico e culturale dell’Occidente», avviato nell’anteguerra e portato a compimento nel volume Die geistige Mitte. Umrisse einer abendländischen Kulturmorphologie, uscito nel 1947 2. Storico dell’arte e specialista della preistoria, Scheltema, dopo aver riscosso un certo interesse presso studiosi di diversi orientamenti, quali, fra gli altri, Franz Boas, Mircea Eliade, Ernst Jünger e Arnold Hauser – e dopo aver goduto di buon credito da parte del regime nazista – è oggi pressoché dimenticato. Se la relativa fortuna era dovuta in particolare agli scritti sulla preistoria, minore attenzione aveva invece destato Die geistige Mitte, tanto che la sua ricezione può dirsi limitata a un cenno di Hans Sedlmayr, ad alcuni richiami di Emilio Betti e a una brevissima menzione di Henry Stuart Hughes tra gli esempi di un interesse rinnovato verso Spengler – di sicuro uno dei punti di riferimento dello studioso – nel secondo dopoguerra 3.File | Dimensione | Formato | |
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