Introduzione La maggior parte dei lavori sul disegno infantile si sono concentrati sullo studio del disegno figurativo, che viene fatta coincidere con la produzione dei primi disegni con caratterizzazione simbolica (Luquet, 1927; Piaget, 1923; Wallon e Lurcat, 1949; Freeman, 1972; Barrett e Light, 1976). Di contro, ha ricevuto scarsa attenzione tutta quella fase preparatoria costituita dagli scarabocchi, considerata meramente come una tardiva manifestazione della fase sensomotoria dello sviluppo dell’intelligenza (Piaget, 1923). Tuttavia è possibile che, sin da questa fase, i bambini siano in grado di riconoscere la propria produzione grafica e che tale abilità possa preludere all’attribuzione di significato vera e propria. Sulla base di tali considerazioni, il nostro lavoro ha intesto indagare se e su quali basi i bambini, che ancora non eseguono un disegno figurativo, sono in grado di riconoscerlo. A tal fine un gruppo di bambini frequentanti l’asilo nido sono stati valutati tramite una prova di riconoscimento del proprio scarabocchio, a distanza di qualche giorno dalla sua produzione, e di attribuzione di significato di uno scarabocchio altrui. E’ stato controllato il possibile ruolo del colore nel riconoscimento a distanza di tempo del disegno, tramite l’impiego di un disegno di ricerca che ha confrontato le prestazioni dei bambini in una condizione in cui era disponibile un unico colore e in cui erano disponibili più colori a scelta. METODO Partecipanti Hanno partecipato alla ricerca 22 bambini (9 M; 13 F), di età compresa tra i 23 e i 39 mesi (età media=32 mesi), frequentanti l’asilo nido. Materiali A ciascun bambino è stato fornito un pastello blu, giallo, verde, arancione, rosso e marrone e dei fogli extra strong formato A4. Procedura Dopo un periodo di familiarizzazione, è stato chiesto ai bambini di eseguire due disegni, uno utilizzando il colore blu (condizione monocromatica) e uno lasciando a disposizione di ogni bambino sei colori (condizione policromatica), secondo un ordine controbilanciato per soggetti, e di denominarli. Per ciascuna condizione, a distanza di tre giorni, a ciascun bambino è stato chiesto di riconoscere il proprio disegno tra sette scarabocchi prodotti da altri bambini e di denominarlo. Sono stati inoltre mostrati i disegni degli altri bambini ed è stato chiesto a ciascun bambino di attribuire un significato ad un disegno dell’altro. E’ stato valutato se: 1) il bambino ha riconosciuto il disegno; 2) la denominazione fornita al proprio disegno; 3) la denominazione fornita al disegno dell’altro. Tale valutazione è stata condotta tenendo conto del colore (disegno blu o disegno colorato). Risultati I risultati hanno indicato che 16 bambini del nostro campione (72%) sono stati in grado di denominare lo scarabocchio dopo averlo tracciato, nella condizione colore blu. La stessa percentuale si mantiene nella condizione del disegno colorato, con 17 bambini su 22 che denominano lo scarabocchio. Dei 16 bambini che hanno denominato il disegno blu, 8 hanno riconosciuto il proprio disegno blu a distanza di tempo (36%). Dei 17 bambini che hanno denominato il disegno colorato, solo 4 (25%) hanno riconosciuto il loro disegno colorato a distanza di tempo. Nessuno dei bambini considerati ha riconosciuto il disegno del compagno, ad eccezione di una bambina di 39 mesi, che ha attribuito un significato allo scarabocchio dell’altro corrispondente all’intenzione rappresentativa dell’autore del disegno. Discussione I risultati del nostro lavoro sembrerebbero indicare l’esistenza di uno “stile” personale, che costituisce la base sia per il riconoscimento, sia per la denominazione dello scarabocchio. Questa modalità personale non sembra dipendere dal colore ma piuttosto dal tipo di tracciato grafico. Infatti, i bambini che riconoscono e che denominano i propri scarabocchi lo fanno in percentuale identica sia per i disegni monocromatici che per quelli policromi. Inoltre, non sembra neppure che il riconoscimento e la a denominazione derivino da una qualche corrispondenza tra il "significante" e il "significato", in termini piagetiani, cioè tra la forma del disegno e l'oggetto che il bambino identifica nello scarabocchio, dato che nessun bambino attribuisce al disegno dei compagni il significato che questi gli hanno attribuito e soprattutto che tra la prima e la seconda seduta i bambini modificano la denominazione del proprio disegno. Sembra, quindi, che in questa fase lo sviluppo del controllo motorio ed in particolare la padronanza dell'atto grafico e del mezzo grafico giochino un ruolo importante e costituiscano il substrato elementare per il riconoscimento della propria produzione grafica e successivamente della denominazione, che sarà resa possibile solo con lo sviluppo della capacità simbolica.

Dallo scarabocchio al disegno infantile.

FADDA, ROBERTA;
2011-01-01

Abstract

Introduzione La maggior parte dei lavori sul disegno infantile si sono concentrati sullo studio del disegno figurativo, che viene fatta coincidere con la produzione dei primi disegni con caratterizzazione simbolica (Luquet, 1927; Piaget, 1923; Wallon e Lurcat, 1949; Freeman, 1972; Barrett e Light, 1976). Di contro, ha ricevuto scarsa attenzione tutta quella fase preparatoria costituita dagli scarabocchi, considerata meramente come una tardiva manifestazione della fase sensomotoria dello sviluppo dell’intelligenza (Piaget, 1923). Tuttavia è possibile che, sin da questa fase, i bambini siano in grado di riconoscere la propria produzione grafica e che tale abilità possa preludere all’attribuzione di significato vera e propria. Sulla base di tali considerazioni, il nostro lavoro ha intesto indagare se e su quali basi i bambini, che ancora non eseguono un disegno figurativo, sono in grado di riconoscerlo. A tal fine un gruppo di bambini frequentanti l’asilo nido sono stati valutati tramite una prova di riconoscimento del proprio scarabocchio, a distanza di qualche giorno dalla sua produzione, e di attribuzione di significato di uno scarabocchio altrui. E’ stato controllato il possibile ruolo del colore nel riconoscimento a distanza di tempo del disegno, tramite l’impiego di un disegno di ricerca che ha confrontato le prestazioni dei bambini in una condizione in cui era disponibile un unico colore e in cui erano disponibili più colori a scelta. METODO Partecipanti Hanno partecipato alla ricerca 22 bambini (9 M; 13 F), di età compresa tra i 23 e i 39 mesi (età media=32 mesi), frequentanti l’asilo nido. Materiali A ciascun bambino è stato fornito un pastello blu, giallo, verde, arancione, rosso e marrone e dei fogli extra strong formato A4. Procedura Dopo un periodo di familiarizzazione, è stato chiesto ai bambini di eseguire due disegni, uno utilizzando il colore blu (condizione monocromatica) e uno lasciando a disposizione di ogni bambino sei colori (condizione policromatica), secondo un ordine controbilanciato per soggetti, e di denominarli. Per ciascuna condizione, a distanza di tre giorni, a ciascun bambino è stato chiesto di riconoscere il proprio disegno tra sette scarabocchi prodotti da altri bambini e di denominarlo. Sono stati inoltre mostrati i disegni degli altri bambini ed è stato chiesto a ciascun bambino di attribuire un significato ad un disegno dell’altro. E’ stato valutato se: 1) il bambino ha riconosciuto il disegno; 2) la denominazione fornita al proprio disegno; 3) la denominazione fornita al disegno dell’altro. Tale valutazione è stata condotta tenendo conto del colore (disegno blu o disegno colorato). Risultati I risultati hanno indicato che 16 bambini del nostro campione (72%) sono stati in grado di denominare lo scarabocchio dopo averlo tracciato, nella condizione colore blu. La stessa percentuale si mantiene nella condizione del disegno colorato, con 17 bambini su 22 che denominano lo scarabocchio. Dei 16 bambini che hanno denominato il disegno blu, 8 hanno riconosciuto il proprio disegno blu a distanza di tempo (36%). Dei 17 bambini che hanno denominato il disegno colorato, solo 4 (25%) hanno riconosciuto il loro disegno colorato a distanza di tempo. Nessuno dei bambini considerati ha riconosciuto il disegno del compagno, ad eccezione di una bambina di 39 mesi, che ha attribuito un significato allo scarabocchio dell’altro corrispondente all’intenzione rappresentativa dell’autore del disegno. Discussione I risultati del nostro lavoro sembrerebbero indicare l’esistenza di uno “stile” personale, che costituisce la base sia per il riconoscimento, sia per la denominazione dello scarabocchio. Questa modalità personale non sembra dipendere dal colore ma piuttosto dal tipo di tracciato grafico. Infatti, i bambini che riconoscono e che denominano i propri scarabocchi lo fanno in percentuale identica sia per i disegni monocromatici che per quelli policromi. Inoltre, non sembra neppure che il riconoscimento e la a denominazione derivino da una qualche corrispondenza tra il "significante" e il "significato", in termini piagetiani, cioè tra la forma del disegno e l'oggetto che il bambino identifica nello scarabocchio, dato che nessun bambino attribuisce al disegno dei compagni il significato che questi gli hanno attribuito e soprattutto che tra la prima e la seconda seduta i bambini modificano la denominazione del proprio disegno. Sembra, quindi, che in questa fase lo sviluppo del controllo motorio ed in particolare la padronanza dell'atto grafico e del mezzo grafico giochino un ruolo importante e costituiscano il substrato elementare per il riconoscimento della propria produzione grafica e successivamente della denominazione, che sarà resa possibile solo con lo sviluppo della capacità simbolica.
2011
Scarabocchio; Infanzia
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