Il presente lavoro nasce da un interesse a mettere in relazione alcuni studi sulla violenza familiare con la teoria dell’attaccamento di Bowlby ed alcune sue successive evoluzioni. Dalle esperienze dirette rilevate dai Servizi Antiviolenza operanti nel sociale risulta, innanzitutto, evidente come non sia possibile utilizzare facili “etichettamenti” - di cui invece troppo spesso si è fatto uso - per relegare i protagonisti (siano essi aggressori o vittime) di tali vicende familiari di violenza, ordinaria e quotidiana, in ruoli obsoleti e stereotipati4. L’idea da cui si vuole prendere spunto per avviare tale riflessione è quella secondo cui l’individuo che agisce condotte aggressive e violente in ambito familiare, a differenza di ciò che comunemente si crede, non sempre appartiene a classi disagiate, non necessariamente è alcolizzato, quasi mai soffre di malattie mentali e solo in alcuni casi è tossicodipendente.
La violenza in famiglia. Una teoria sull’origine dei comportamenti violenti: violenza come “attaccamento andato male"
CATAUDELLA, STEFANIA
2003-01-01
Abstract
Il presente lavoro nasce da un interesse a mettere in relazione alcuni studi sulla violenza familiare con la teoria dell’attaccamento di Bowlby ed alcune sue successive evoluzioni. Dalle esperienze dirette rilevate dai Servizi Antiviolenza operanti nel sociale risulta, innanzitutto, evidente come non sia possibile utilizzare facili “etichettamenti” - di cui invece troppo spesso si è fatto uso - per relegare i protagonisti (siano essi aggressori o vittime) di tali vicende familiari di violenza, ordinaria e quotidiana, in ruoli obsoleti e stereotipati4. L’idea da cui si vuole prendere spunto per avviare tale riflessione è quella secondo cui l’individuo che agisce condotte aggressive e violente in ambito familiare, a differenza di ciò che comunemente si crede, non sempre appartiene a classi disagiate, non necessariamente è alcolizzato, quasi mai soffre di malattie mentali e solo in alcuni casi è tossicodipendente.File | Dimensione | Formato | |
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