Nel 1999 esce nelle sale Le Temps retrouvé del regista cileno Raoul Ruiz, il quale, affiancato dallo sceneggiatore Gilles Taurand, mette in scena l'ultimo volume de La Recherche du temps perdu di Marcel Proust. Poiché gran parte dei giudizi negativi che seguirono l'opera di Ruiz partirono dall'assunto dell'intraducibilità della poetica della Recherche in un'opera cinematografica, questo studio mira a comprendere la relazione che il testo filmico stabilisce con il testo letterario. In quest'ottica, lo studio si focalizza su alcune soluzioni formali adottate dal regista, partendo dall'idea che queste scelte siano alla base del tentativo di trasposizione, sul piano del contenuto e dell'espressione, della "qualità di visione" di Marcel Proust, di difficile transcodificazione per raffinatezza concettuale e linguistica e densità narrativa. Nell'indagare la relazione traduttiva e le forme dell'espressione concretizzate nel testo d'arrivo, particolare interesse sarà riservato al movimento: i movimenti di macchina e i movimenti nel quadro, i movimenti degli oggetti e i movimenti dei personaggi. Movimenti in orbita all'interno del movimento più grande e incessante della memoria e di quell'immagine-movimento che è il piano.
Dalla frase proustiana all'immagine-movimento: Le temps retrouvé di Raoul Ruiz
PIGA, EMANUELA
2012-01-01
Abstract
Nel 1999 esce nelle sale Le Temps retrouvé del regista cileno Raoul Ruiz, il quale, affiancato dallo sceneggiatore Gilles Taurand, mette in scena l'ultimo volume de La Recherche du temps perdu di Marcel Proust. Poiché gran parte dei giudizi negativi che seguirono l'opera di Ruiz partirono dall'assunto dell'intraducibilità della poetica della Recherche in un'opera cinematografica, questo studio mira a comprendere la relazione che il testo filmico stabilisce con il testo letterario. In quest'ottica, lo studio si focalizza su alcune soluzioni formali adottate dal regista, partendo dall'idea che queste scelte siano alla base del tentativo di trasposizione, sul piano del contenuto e dell'espressione, della "qualità di visione" di Marcel Proust, di difficile transcodificazione per raffinatezza concettuale e linguistica e densità narrativa. Nell'indagare la relazione traduttiva e le forme dell'espressione concretizzate nel testo d'arrivo, particolare interesse sarà riservato al movimento: i movimenti di macchina e i movimenti nel quadro, i movimenti degli oggetti e i movimenti dei personaggi. Movimenti in orbita all'interno del movimento più grande e incessante della memoria e di quell'immagine-movimento che è il piano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.