Robert le Diable, dalla simulazione della follia alla santità

Nell’articolo si esamina il percorso narrativo e metatestuale che trasforma il diabolico protagonista di tale romanzo, attraverso la finzione di una follia dal chiaro valore penitenziale, in un santo eremita in grado di additare ai potenti una verità spirituale a lungo taciuta e negata, sia dalla stessa coscienza di Robert che da una morale comune incapace di trascendere la letteralità del segno. L’associazione tra follia e mutismo conferisce all’esperienza purificatoria vissuta da Robert una valenza allegorica: solo la degradazione fisica, volontariamente assunta come marca di un nuovo modello di santità, può permettere la rigenerazione morale; solo il silenzio, emblematica rinuncia ad un potere retorico ormai asservito alle più alte gerarchie del potere, può rigenerare il valore etico della parola e del suo significato.